Riassunto - Bisogna fare qualche passo indietro per poter analizzare questa ostilità nei confronti della beacher azzurra. Tutto ha inizio verso la metà di luglio quando durante il Gran Slam svizzero la coppia Cicolari-Menegatti parte senza il supporto dello staff federale. Alla vigilia dell'attesa tappa a Long Beach la bergamasca viene contattata telefonicamente dal team manager Glauco Ranocchi e le viene segnalato di non partire per l'America. Da qui comincia il malumore dell'atleta classe '82 che, lasciata a casa senza una valida motivazione, esterna il proprio dissenso sui social network. Scoppia il "caso" e la Federazione a distanza di qualche giorno emana un comunicato stampa in cui chiarifica la scelta come «decisione del tecnico federale» (ormai ex) Lissandro Dias Carvalho. La storia sembra finita qui con la creazione di un nuovo progetto formato dalla neo coppia federale Menegatti-Orsi Toth, anagraficamente più giovane, lasciando appiedata una grande ex (con un contratto quadriennale) durante il clou della stagione e poco prima dell'Europeo. Questa esclusione presumibilmente temporanea dal piano federale si trasforma in una rescissione del contratto unilaterale. Greta riceve una squalifica per la prima volta dalla durata di 6 mesi con l'accusa di aver utilizzato l'epiteto «caprone nero» nei confronti dell'ex ct azzurro. Ultimamente, proprio in concomitanza della scadenza della prima (metà di maggio), la Federazione suona la carica con un'ulteriore sanzione di 7 mesi per aver paragonato il sistema della FIPAV a «qualcosa di molto simile alla mafia». L'azzurra numero 1 nel Ranking europeo, ai box da quest'estate, si difende negando in primis il riferimento diretto a Lissandro, volato nel frattempo in Kazakistan, e denuncia di esser stata «lasciata senza cure mediche» quando era ancora sotto contratto federale. Compare anche un file audio fra l'atleta "indisciplinata" ed il General Manager Libezio Conti che rivolge parole dure nei confronti dei famigliari della diretta interessata. Il video registra più di 10 000 visualizzazioni e tra l'indignazione del web la FIPAV esprime solidarietà al proprio dirigente.

Io sto con Greta - Nel frattempo è nata una mozione popolare su firmiamo.it in cui i tifosi chiedono al presidente Magri di poter rivedere in campo Greta Cicolari identificata come "donna e atleta di grandi valori" che ha contribuito a mantenere il beach volley uno sport pulito. Si sono superate le 2 400 firme e tra i sostenitori compare anche la tri-campionessa olimpica Misty May-Treanor che ha commentato "I support Greta. She is a tremendous competitor, player, and has been a friend of mine on the World Tour. I believe she should be allowed to play and I will support her on this journey."

CONI - Ieri l'Alta Corte di Giustizia ha ricevuto il ricorso presentato da Greta Cicolari contro la Federazione Italiana Pallavolo per l'annullamento della decisione della Corte Federale FIPAV (C.U. n. 20 del 20 febbraio 2014), che ha confermato all'atleta la sanzione della sospensione da ogni attività federale per 6 mesi.

Nel ricorso si chiede all'Alta Corte di valutare il procedimento di acquisizione e di valutazione delle prove poste alla base della decisione federale.

Riflessioni - Questo continuo braccio di ferro sicuramente rimarca la percezione di mancanza di trasparenza che aleggia da qualche anno a questa parte all'interno della Federazione Italiana Pallavolo. Come accade spesso i torti e le ragioni si intrecciano di continuo e solo i diretti interessati sanno come sia davvero andata. Ad ogni modo i 13 mesi di squalifica (la Federazione aveva richiesto addirittura 2 anni) sono davvero un'enormità per un'atleta che ha dato e ricevuto tanto dal movimento e che chiede solo di poter ritornare a fare il suo lavoro: giocare.