La Russia e il doping, non un binomio nuovo, sorprendente, piuttosto una consuetudine. Tra casi acclarati e sospetti più o meno fondati, il coinvolgimento di atleti russi in casi a rischio è fenomeno ricorrente. Eppure, anche in una nazione "abituata" ai riflettori della lotta al doping, audace nel nascondere tra le mura amiche sostanze e positività, lo scandalo aperto dal'emittente tedesca Ard rischia di creare scenari apocalittici. 

Un documentario, di circa un'ora, con accuse precise, chiare, a Liliya Shobukhova e Maria Savinova. La prima maratoneta, attualmente ferma per squalifica, tra le più forti al mondo, la seconda signora degli 800, oro olimpico a Londra. Le prove a carico delle due sono pesantissime. Soldi presentati in Federazione per evitare lo stop, Liliya, uso di anabolizzanti invece nel caso di Savinova.

La marcia, l'atletica, è da sempre soggetta a casi di simil fattura, ma quel che emerge dall'inchiesta è un vero e proprio sistema del doping. Atleti disposti a tutto pur di vincere, con un'immagine pulita. Una Federazione disposta a tollerare in nome del dio denaro. Mentre in Italia impazza il caso Schwazer, e fioccano richieste di squalifica, in Russia va in scena il primo atto di una "commedia" sportiva che ha il sapore della beffa, senza purtroppo il lieto fine.

Fonte Gazzetta dello Sport  

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Johnathan Scaffardi
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