Patteggiare, per tornare. Chiudere rapidamente l'inchiesta per aprire alla speranza. Alex Schwazer sogna Rio, non una novità. Lontani i tempi del pianto e dell'addio, della stanchezza e della noia. Schwazer vuol tornare campione, ripercorre i fasti del passato, mettersi al collo un nuovo alloro olimpico. Dopo Pechino e l'addio prima di Londra, con conseguente positività e resa. Ora un inizio, l'ultimo, con un obiettivo. 

Radicale inversione di tendenza rispetto al primo Schwazer, quello che, in difficoltà, raccontava di un atteggiamento individuale, di una scelta singolare, senza aiuti di parte. Ora si vuota il sacco, per avere un'occasione. Dopo la confessione recente, l'ammissione di un sistema doping, nomi importanti nella rete, anche quello della ex fidanzata Carolina Kostner - ora pesantemente accusata per avere aiutato il marciatore nelle sue pratiche illecite - per evitare una seconda, fatale, condanna.

Tornare atleta, da gennaio 2016. Questo l'intento di Alex, alle prese con la Procura di Bolzano, da cui trapela l'intento del ragazzo. Uscire non certo pulito - impossibile visto quanto in mano agli inquirenti - ma uscirne nel minor tempo possibile, questo sì.

A far da contraltare alle parole, alle idee, di Schwazer, dalla Germania giungono le accuse pesanti di Robert Harting, il campionissimo del lancio del disco. Da sempre paladino della lotta al doping, tanto da chiedere l'annullamento della sua candidatura ad atleta dell'anno per non finire in una lista insieme ad atleti pizzicati dalla macchina anti-doping, il tedesco si è pronunciato sull'inchiesta aperta dall'emittente tedesca Ard, attaccando la Federazione "Per quel che mi riguarda potrebbero andarsene tutti. Non mi fido più di nessuno".

"Sono rivelazioni molto deludenti, specie per noi tedeschi che siamo molto controllati, ma non sorprendenti. La verità è che gli atleti puliti sono le nuove vittime del doping. Ci roviniamo il fisico con l'allenamento e siamo puliti. Perdiamo cinque atleti all'anno, mentre altri resistono ai vertici più a lungo".

Un Fondo Mondiale Antidoping, questa la proposta, riportata dalle colonne della Bild Sport, dell'atleta per combattere la diffusione a macchia d'olio di un fenomeno che vive da sempre sottotraccia. 

Schwazer e Harting, due modi diversi di approcciare la materia. Un dopato che cerca una seconda occasione, senza forse i giusti requisiti. Un vincente che prova a cancellare le macchie nere di uno sport da sempre "colluso" con il doping e dal doping a tratti ridotto a brandelli.

Fonte Gazzetta dello Sport