Mutaz Barshim batte le mani, si carica, prende la rincorsa e via, verso l'asticella, orizzontale, posta a 2.40. Bello, elegante, leggero, si piega e scavalla, in un gesto che esprime in ogni suo attimo armonia. L'asticella resta immobile, il pubblico accompagna con un boato d'assenso. Indoor, solo sette come Mutaz, solo sette oltre una misura che nel salto in alto separa i grandi dai grandissimi. Riparte dalla Slovacchia, nel meeting Eea di Banka Bystrica l'assalto al cubano Sotomayor, in attesa della risposta di Bondarenko. Manca solo il bizzarro ucraino all'appuntamento, gli altri ci sono e osservano da lontano. 

Protsenko si ferma a 2.33, Ukhov a 2.31. L'Italia è nel 2.25 di Chesani, misura di ingresso di sua maestà Barshim. Fassinotti è stoppato da un lieve problema alla caviglia. Non rischia, ma il suo biglietto da visita resta quello di Hustopece, 2.34, primato eguagliato, seconda miglior prestazione al mondo, ovviamente dietro a Mutaz, l'uomo volante. 

Sventola invece al femminile il tricolore, per la terza volta in pochi giorni. Alessia Trost, ritrovata dopo i problemi fisici del 2014, si conferma ad alto livello, replica l'1.96 di Hustopece e respinge una concorrenza composta dalle più forti della specialità. Il salto in alto a livello femminile non vive il momento di maggior splendore e l'azzurra, in crescita, prova ad indossare abiti d'alta quota. La sua gara parte presto, da una misura irrisoria, 1.75, che serve per prendere confidenza con pedana e rivali. Salta tanto e bene, fino all'1.96, superato alla seconda prova. Qui crollano tra le tante la Simic e la Kuchina, più in là Beitia e Shkolina, passate a 1.98. 

L'Italia salta alto, l'atletica torna a sorridere.