La folle corsa della Diamond League trova "ristoro" a Birmingham, dove va in scena la seconda tappa europea nel giro di pochi giorni. Con le mirabolanti performance del Golden Gala ancora nell'aria, l'Atletica vive una giornata avara di significativi squilli. Mancano nomi altisonanti, profili in grado di trascinare la rassegna, con Mo Farah, l'icona di casa, assente dell'ultima ora. Dopo la difesa strenua del suo mentore, Mo rinuncia ai 1500 e svuota un campo partenti già non di prima fascia. 

La gara di miglior livello tecnico è senza dubbio quella del Giavellotto maschile, con Vesely che scollina nuovamente sopra gli 88 metri, 88.18, ma cade di fronte alla prodezza di Yego. La spallata di Julius Yego porta l'attrezzo a 91.39. Inizialmente dichiarata nulla, la misura viene poi riabilitata venti minuti dopo. A proposito di lanci, sempre da applausi la croata Perkovic, 69.23 nel disco. 

La velocità al maschile vive del duello Bracy - Gemili. La spunta il primo, 9"93 al termine, per quattro centesimi. Gemili scende sotto i 10", sempre una notizia quando a compiere l'impresa è un europeo, ma cade vittima di un infortunio importante proprio sul traguardo. Stiramento al bicipite destro. 

Dopo l'opaca gara romana, tornano ad ottimi tempi le duecentiste, con la Tarmoh e la Felix divise da millesimi. 22"29 per entrambe, il fotofinish premia la prima. Asher Smith terza per un centesimo. 

Non c'è Aman e Amos ne approfitta per tornare sul tetto degli 800. Basta un modesto 1'46"77 per regolare il polacco Kszczot. La Hassan chiude sopra i 4 minuti ma si prende i 3000 sulla Aregawi. Torna a volare Rutherford, 8.35 nel lungo. 

Due le azzurre in gara. La Hooper naufraga nei 400, mentre la Trost lancia segnali di risveglio nell'alto. La saltatrice italiana supera quota 1.91, gara alla Licwinko (1.97). 

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Johnathan Scaffardi
Lo sport come ragione di vita, il giornalismo sportivo come sogno, leggere libri e scrivere i piaceri che mi concedo