Et voilà, Gianmarco Tamberi. 2.35 alla prima prova, 2.37 alla terza, un credibile tentativo, l'ultimo, a 2.39. Il Salto in Alto assume tinte azzurre a Eberstadt, l'Atletica italiana vive una giornata di gloria. Il record nazionale cade due volte sotto i colpi del figlio d'arte, battuto solo dal canadese Droiun, uno da 2.40 per intenderci. Stessa misura al termine, ma un percorso con meno incertezze per Drouin.

Coinvolgente Tamberi, "acceso", incontenibile. Un fiume in piena, in pedana. Il tranquillo Fassinotti si ferma a 2.30, lì dove invece si infiamma Tamberi. Talento puro, secondo a Londra, terzo a Stoccolma, ora nei cieli d'Europa, anche a livello numerico.

L'impegno mondiale è alle porte e i tasselli combaciano perfettamente. Mentre gli azzurri affilano le armi, i principali rivali stentano. Barshim è in piena involuzione. L'atleta del Qatar - 2.43 nel 2014 - paga dazio a una scelta tecnica. Lo stacco anticipato, al momento, non porta dividendi e Barshim incassa sconfitte in serie. Bondarenko non si concede, Ukhov è un cavallo pazzo. Le maggiori insidie provengono dal citato Drouin e dal cinese Zhang, rivelazione di stagione a 2.38.

Quel che piace del duo azzurro è la continuità ad alto livello. Fassinotti e Tamberi scherzano ormai tranquillamente oltre i 2.30, senza porre attenzione a contesto e rivali. La consapevolezza raggiunta pone i saltatori italiani a livello dei più grandi al mondo. Pechino è un ulteriore banco di prova, la medaglia è alla portata.