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Atletica, Harting rinuncia a Pechino

Il discobolo si arrende a una condizione fisica precaria. Niente Pechino per il tre volte iridato.

Atletica, Harting rinuncia a Pechino
Atletica, Harting rinuncia a Pechino
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Di Johnathan Scaffardi

Robert Harting è un nome di peso  dell'Atletica mondiale, un personaggio che fa rumore, in pedana e oltre la pista. Campionissimo del disco, alfiere della lotta al doping, in Germania e oltre i confini teutonici un simbolo.

Nella sua specialità, il disco appunto, fuoriclasse assoluto, tre volte iridato,  in due occasioni sul tetto d'Europa, a Londra oro a cinque cerchi. Spallata, la migliore in carriera, oltre i 70 metri - 70.66 a Turnov nel 2012 per il 30enne tedesco - capacità di competere sempre ai massimi livelli, di esaltarsi nel gran circo dell'atletica mondiale.

Ora Robert Harting deve a malincuore fermarsi. Le sirene di Rio invocano prudenza e i problemi al ginocchio costringono il colosso a non assumersi rischi esagerati per difendere il titolo conquistato in Russia. Harting non si presenta in pedana e apre alla sua successione, dopo i trionfi di Berlino, di Daegu e di Mosca.

Garanzia di spettacolo il nativo di Cottbus, estremo in tutto, nelle esultanze come nelle esternazioni. Famoso per quella mimica senza eguali, per quell'esibizione di forza al termine di ogni successo, con la maglietta a brandelli a testimoniare la "potenza" del soggetto. Un uomo fuori dagli schemi, che non teme l'attacco frontale. Guerra aperta alle pratiche illecite e alla Iaaf per una competizione pulita. Perdita grave, Robert Harting annuncia lo stop.