Quattro finali nella serata cinese, due, per campo partenti, di livello stellare. Justin Gatlin e Usain Bolt si ritrovano, quasi spalla a spalla, nei 200, dopo l'epilogo, per certi versi inatteso, della mezza distanza, con il giamaicano di un centesimo davanti al muscoloso americano. I turni annunciano un crono importante: Gatlin, in stagione, ha già corso sotto i 9"60, Bolt è in crescita, ed è parso in assoluto controllo. A separare i due, in corsia 5, il britannico Hughes, all'esterno Alonso Edward.

Sulla pedana del triplo, va in scena l'ennesimo duello tra il cubano Pichardo e lo statunitense Taylor. 18.08 Pichardo nel 2015, 18.06 Taylor, si annuncia una guerra su misure stellari, con il resto del mondo ad osservare a debita distanza.

Nei 400 donne, Allyson Felix si gioca tutto. L'elegante Allyson gode dei favori del pronostico, ma affronta una distanza relativamente nuova e deve guardarsi dalle insidie presenti. La Giamaica porta in finale diverse atlete - su tutte Shaunae Miller e Shericka Jackson - la Gran Bretagna chiede l'ennesima impresa alla chiacchierata Christine Ohuruogu, donna da grandi appuntamenti.

Il martello, al femminile, si inchina ad Anita Wlodarczyk. 81.08, un lancio che allontana il campo partenti di oltre 5 metri. La più vicina, al via, è la tedesca Betty Heidler, 75.73 quest'anno. Da seguire la transalpina Tavernier, oltre i 74 in qualificazione e seconda misura alle spalle della polacca.

Semifinali - Nei 110hs, al maschile, primo scoglio significativo per i migliori. Il russo Shubenkov è nella prima, con il giamaicano Parchment, nella seconda Merritt, Martinot-Lagarde e McLeod, 12"97 in stagione, nella terza Bascou e il titanico Oliver.

200 al femminile con la nostra Gloria Hooper. L'azzurra è nella terza in corsia 7, da migliorare il 22"99 della batteria. Fari su Dafne Schippers, l'olandese si appresta ad infrangere il muro dei 22"00.

Infine, gli 800 donne. Rose Mary Almanza è nella seconda semifinale, nella terza la Sum, la migliore dell'anno, 1'56"99, con Sharp e Hassan. Curiosità per la sudafricana Semenya, inserita nella prima.