Vince Mark Cavendish. Vince da re. Da solo. Come solo i più grandi. Dopo le polemiche dei mesi scorsi, i richiami alla squadra spesso non pronta nei tormentati finali di tappa, ancora una volta l'inglese si trova solo, tradito dall'Omega Quickstep e disegna un capolavoro. Una caduta a pochissimo dal tragurado scombina le carte, mette fuori causa Gavazzi, uno dei favoriti, e spezza il gruppo. “Cannonball” sprinta per rientrare sui pochi uomini rimasti davanti, sfrutta il lavoro dei gregari di Goss, gli Orica GreenEdge, e stampa tutti, partendo ai duecento dal traguardo. Prova il colpo grosso Elia Viviani, leader della Cannondale, priva di Ivan Basso, ma la rimonta non si concretizza e ancora una volta per lui è piazza d'onore.

Il Giro d'Italia parte da Napoli, piazza del Plebiscito, in un'atmosfera tinta di festa. Parte tra applausi e attesa. 130 km, mossi leggermente nella prima parte, con due Gpm di quarta categoria, assolutamente tranquilli nel rush conclusivo. Tappa per velocisti. Volata annunciata. Soliti tentativi di fuga. Il lavoro delle squadre dei velocisti e poi l'assolo di Cav. Il più atteso, dopo il tremolio causato dall'infido pavè, causa di sfortunate cadute. Domani si torna a far sul serio per la generale. Cronosquadre, da Ischia a Forio, 17,4 km. Pane per la Sky, pane per Wiggins.

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Johnathan Scaffardi
Lo sport come ragione di vita, il giornalismo sportivo come sogno, leggere libri e scrivere i piaceri che mi concedo