Mark Cavendish non manca l’appuntamento in rosa per aprire il suo Giro d’Italia. Una tappa noiosa nel suo svolgersi, che regalava momenti di bellezza negli scorci che arrivavano dal Golfo di Napoli, ha dato all’australiano Cameron Wurf (Cannondale) la palma di eroe di giornata, lasciato in testa solitario per decine e decine di chilometri. Le squadre dei velocisti lasciavano fare fino a 20 chilometri dalla fine, quando inghiottito dal plotone il fuggitivo rientrava nei ranghi. L’emozione più gande vive forse non nella volata vera e propria, ma quando a due chilometri dalla fine una caduta rompe le speranze di alcuni attesi protagonisti: Chicchi, Belletti, Gavazzi e Millar sono tra i ciclisti coinvolti. Gavazzi spiegherà poi; “Qualcuno davanti a me ha fatto una curva troppo velocemente. È scivolato, ed era inevitabile finire per terra”. A un chilometro dalla fine il gruppo si spezza, lasciando davanti solamente una ventina di corridori. Cavendish, Goss, il Campione di Francia Bouhanni e Viviani sono tra questi.

Cavendish è a ruota di un suo gregario quando quest’ultimo ha un problema con il cambio. La catena ‘cade’ sulla moltiplica piccola e la velocità cala improvvisamente. Mark riesce ad avere il riflesso di capire cosa sta capitando, ma soprattutto di quello che rischia: perdere la ruota di chi è davanti. Allunga, supera il compagno e riesce a non mancare l’occasione chiudendo un buco di una decina di metri. Quando parte la volata il britannico si butta verso il centro strada e scavalca sulla destra tutti gli altri. taglia il traguardo davanti a Viviani, che regala qualche pugno sul manubrio sfogando la delusione, e con il francese Bouhanni al terzo posto.

Le parole di Cavendish poco dopo il traguardo sono per la squadra; “Sono stanco dopo questi 130 chilometri. Non era facile per via delle tante curve, ma la squadra è stata perfetta, sempre davanti al gruppo. Ho chiuso 10 metri negli ultimi 500, ho fatto la volata con la ‘luce rossa’ accesa nelle mie gambe”. Sfumata la vittoria per poco, Viviani fa sfumare anche la rabbia del momento; “Tanto rammarico, perché stavo veramente bene. Credo siano occasioni che capitino raramente. Il Giro è lungo, ci saranno altre occasioni, però oggi è andata. Tutto quel che dovevo fare l’ho fatto, così come la squadra. Ho chiesto ai miei compagni di portarmi avanti per la volata e hanno eseguito il mio indirizzo. Preferivo stare troppo avanti che toppo indietro. Quest’anno ho puntato tanto a cercare le vittorie di qualità. Penso che tutti sono battibili, anche Mark. Non ho pensieri per le mie responsabilità. Ne ho vissute tante. Nel confronto conto Mark ho perso. Questa è la realtà.”

Domani la cronosquadre di 17 chilometri che porterà i corridori da Ischia fino a Forio. Tutti si aspettano la Garmin vincente, quindi Hesjedal in rosa.