Una fuga partita da lontano, a pochi chilometri dal via, e consumatasi totalmente ai tre chilometri e mezzo, sotto la pioggia di Belfast. Quella pioggia, così, un po' magica, tipica della terra irlandese, dove il cielo tocca il mare e le sue nuvole danno una connotazione incantevole, affiancata al verde dei prati e al rosa delle magliette, dei cappellini e in generale dell'entusiasmo degli irlandesi per la carovana del Giro. A vincere in volata, come ci si poteva aspettare, è probabilmente il più forte sprinter presente al Giro d'Italia quest'anno, Marcel Kittel, partito sull'esterno e autore di una lunga volata, che brucia tutti, assicurandosi così la testa della classifica a punti e quindi la Maglia Rossa. La casacca rosa, invece, passa a Michael Matthews, che la scuce al suo compagno di squadra Svein Tuft, in virtù del miglior piazzamento nella volata finale di oggi.

La tappa di oggi però è legata a quattro nomi, gli autori degli oltre duecento chilometri di fuga, prima del rientro del gruppo. Maarten Tjallingii della Belkin, Andrea Fedi della Neri Sottoli Yellow Fluo, Sander Armee della Lotto Belisol e Jeffry Johan Romero Corredor del Team Colombia. Dopo appena dieci chilometri i quattro hanno guadagnato già tre minuti. Il gruppo controlla la propria andatura senza affanni, mentre i battistrada dopo 44 chilometri segnano sul cronometro un vantaggio di 6'30''. I corridori devono affrontare due gran premi della montagna, assolutamente modesti: il primo è Cushendall Road, 6,5 chilometri con una pendenza media del 3,1%, e poi Knocknaguillagh, 1,7 km al 2,9% medio. Come si direbbe in questi casi, poco meno di un aperitivo rispetto a quello si prospetta in Italia. Sul primo Gpm il più veloce a transitare è Tjallingii, poi Romero e Faedi, con un distacco sul gruppo di cinque minuti. A settanta chilometri dal traguardo il vantaggio dei fuggitivi è sceso a 4'26'', mentre le condizioni climatiche si fanno sempre più proibitive, con pioggia e vento a farla da padroni. Il vantaggio dei battistrada scende ancora a 3'44, quando si taglia il traguardo dei 50 chilometri all'arrivo. A fare l'andatura del gruppo ci pensa la Orica GreenEdge, che inizia a rosicchiare secondi su secondi ai quattro fuggitivi, tanto che ai 26 km dall'arrivo il margine di vantaggio si attesta a 1'45''. Arriva il secondo gran premio della montagna, e anche stavolta il primo in volata sul Gpm è l'olandese Maarten Tjallingii, che guadagna così i punti necessari per vestire la prima Maglia Azzurra del Giro d'Italia.

La pioggia si intensifica, e il gruppo continua la sua opera di ricucitura, tanto che a 14 chilometri dal traguardo il margine fra fuggitivi e gruppo è di 1'05''. A otto chilometri Romero Corredor inizia a mollare, mentre tengono ancora testa Tjallingii, Fedi e Armee, con 33'' di vantaggio sul gruppo. Cinquecento metri dopo Tjallingii tenta un allungo interessante, tanto che fa il vuoto su Fedi e Armee, ripresi dal gruppo. L'olandese conserva la testa della corsa per altri quattro chilometri ma a poco più di tre chilometri deve cedere il passo al gruppo, che è guidato nelle prime posizioni dalla Giant-Shimano, dalla FDJ e dalla Cannondale, rispettivamente per tirare la volata a Kittel, Bouhanni e a Elia Viviani. Si fa sotto anche la Treck, al lavoro per Nizzolo. Ma non c'è nulla da fare, con un'azione da grande campione il tedesco classe '88 fa sua la tappa, lasciandosi dietro il francese Bouhanni, con Nizzolo terzo, Viviani quarto, Ferrari quinto e il romagnolo Manuel Belletti al sesto posto.