La quiete dopo la tempesta. La terza tappa del Giro del Delfinato concede respiro agli uomini di alta classifica, chiamati a prestare attenzione alle insidie poste lungo il tracciato, ma non a impegnarsi in prima persona lungo pericolose ascese. I 194 km che portano da Ambert a Le Teil sono adatti alle ruote veloci ed è proprio lo sprint a decidere una tappa comunque divertente. Prevale Niklas Arndt, ultimo uomo del treno Giant, destinato a lanciare la volata al compagno Van Rensburg. Nei 200 metri conclusivi si ritrova al comando e resiste al prepotente ritorno di Boeckmans.

Due le scalate di giornata, entrambe poste lontano dal traguardo. Nella prima parte il Cote de Lavet di 2° categoria, 8,7 km al 4,4%, mentre a 46 dall'arrivo il Col de la Mure, 3,6 km al 6,3%. Solo pianura nei restanti chilometri, fino allo striscione del traguardo. La fuga, condotta da tre uomini, Berhane - Benedetti - Kadri, non raggiunge mai un margine importante, perché nel gruppo Trek e FDJ mantengono alta l'andatura per Démare e Nizzolo. 

Episodio sfortunato ai meno 62. Giacomo Nizzolo resta imbrigliato in una caduta in coda al plotone e non riesce a ripartire. Davanti, superata la seconda fatica di giornata, si chiude sui tre battistrada, ma al contrattacco partono otto uomini, spinti dalla pedalata poderosa del gigante Voigt e dal nostro Favilli.

Il gap raggiunge i 45", ma il forcing di Katusha e Omega porta all'ennesima chiusura. La preparazione alla volata è come sempre frenetica. La Saxo lotta per tenere al sicuro Contador. Si organizzano Lotto, Giant e FDJ. Senza velocisti puri è una scommessa la ruota vincente. Il favorito Démare non trova spunto e gambe, Arndt ne approfitta, Boeckmans parte tardi.

Ordine d'arrivo:

1) Arndt

2) Boeckmans

3) Van Rensburg