Jack Bauer è a terra, le lacrime scendono sul suo viso, sorretto da una mano, appoggiato alle transenne. Intorno compagni di squadra e spettattori. Sul traguardo di Nimes si consuma un "dramma" sportivo. Un'immagine splendida nella sua disperazione, un'istantanea di sport che va oltre il mondo del ciclismo. Oltre 215 km di fuga, vanificati da poco più di 60 metri. Un soffio, un niente appunto. Il plotone piomba sul fuggitivo di giornata, l'altro, lo svizzero Elmiger era stato ripreso sullo stesso rettilineo, pochi metri prima, e lo travolge, come fiume in piena. A centro strada la potenza di Kristoff, al secondo successo in terra transalpina, ha la meglio sull'australiano Haussler e sul solito Sagan. Ai piedi del podio Greipel. Eppure l'attenzione è tutta rivolta a quel casco azzurro che stretto nella morsa, in una maschera di fatica, sprigiona le ultime gocce di energia. "Ho dato tutto, non ho avuto niente". Forse non la vittoria, ma applausi e ammirazione sì. 

Il riposo di Carcassonne giunge ai piedi dei Pirenei. Una tre giorni, da martedì a giovedì, chiamata a definire la classifica generale alle spalle di Vincenzo Nibali. Sarà poi l'unica cronometro di questo Tour a cristallizzare le posizioni di vertice. Lo Squalo non ha mostrato punti deboli. Esaltante sul pavè, ha lanciato la stoccata in salita. Senza Contador e Froome, l'azzurro scherza con rivali di rango inferiore, per talento, soprattutto per personalità. L'impressione è di una superiorità quasi ingombrante, di un riserbo nel dimostrare i reali limiti. Verso Risoul, lungo le Alpi, è bastato un semplice allungo, quasi naturale, per frantumare il gruppetto dei cosidetti "grandi". 

Il primo test, con traguardo posto a Bagnères-de-Luchon presenta cinque colli. Il Portet-d'Aspet racchiude storie di antico ciclismo, ma è noto più per nome che per effettiva durezza. Altra storia l'ascesa del Port de Bàles. Quasi 12 km all'8% di pendenza media. L'arrivo di giornata non è posto in vetta. Una ripida discesa accompagna i corridori fin sul traguardo. La diciassettesima tappa non concede invece respiro. Dopo un primo tratto relativamente tranquillo, con la partenza da Saint Gaudens, ecco la prima asperità. Il Col du Portillon, prima categoria, trascina i corridori in un vortice di scalate e picchiate fino alla reale difficoltà di giornata, Hors Category, il Pla d'Adet. La chiusura, il giorno seguente, non potrebbe essere più nobile. Il regale Tourmalet anticipa il tradizionale traguardo a Hautacam, l'essenza del ciclismo.