Una tappa breve, eppur temuta. 124,5 km, da Saint-Gaudens a Saint Lary Pla d'Adet, il secondo tappone pirenaico, ben più impegnativo del primo, solcato ieri, non senza patemi, da un plotone stanco. Il Port de Balès, affrontato a grande velocità, ha ridotto il gruppo a pochissime unità, scoprendo le debolezze di molti e le certezze di pochi. Nibali ha controllato, Pinot entusiasmato. Bardet si è scoperto acerbo per una corsa come il Tour, Valverde inadatto al ruolo di campione.

Le fatiche del giorno precedente potrebbero giocare un ruolo significativo lungo i tre colli di prima categoria che il percorso pone al cospetto della carovana in giallo. Dopo il traguardo volante a Saint-Bèat, la prima scalata, il Col du Portillon. Al km 82 il Tour torna a rendere omaggio a un luogo mitico. Si risale il Col du Peyresourde, 13,2 km al 7% di pendenza media. Venti chilometri più in là la vetta del Col de Val Louron-Azet.

La chiusura, a differenza del primo approccio qui sui Pirenei, è in quota. Montée de Saint-Lary Pla d'Adet, 10,2 km all'8,2%, Gpm classificato Hors Category. La stagione fin qui ha dimostrato che sono proprio le tappe meno lunghe per chilometraggio a poter creare i maggiori distacchi. Prova ne è il Delfinato, vinto da Talansky e acceso da Contador. La variabile è il coraggio. Chi oggi ha la classe o forse la pazzia per far saltare il Tour? La sensazione è che in molti pensino ormai alla lotta per il podio, accettanto la superiorità di Vincenzo Nibali. Pinot ieri ha scovato le lacune dei suoi "nemici". Possibile un accordo tra i due AG2R per una pronta vendetta.

  

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Johnathan Scaffardi
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