Il circuito di Logrono ha consegnato a John Degenkolb il terzo successo alla Vuelta, ricordando altresì agli uomini di classifica come i rischi, in un grande Giro, si annidino anche in frazioni considerate di transizione. Una caduta a pochi metri dal traguardo ha rubato secondi ai vari Froome, Aru, Valverde, in favore dell'attento Contador. 

La Vuelta cambia, da oggi, scenario. Torna ad assumere i contorni tipici della corsa spagnola, fatta di montagne, fatica, tappe condite da occasioni e trappole. La tredicesima, da Belorado a Obregon/Parque de Cabarceno, lunga 188.7 km, offre tre Gpm, posti però lontano dal traguardo. Il primo, di terza categoria, è l'Alto Estacas de Trueba, 11.1 km al 3%, seguito dal Puerto de la Braguia, 6 km al 6%. A chiudere l'Alto del Caracol, seconda categoria, 10.5 km al 5,5%. Scollinata quest'ultima fatica, per i corridori ancora 40 km, che pur non presentando vere e proprie scalate, non concedono tregua. Un continuo sali-scendi, terreno perfetto per attaccanti o uomini dalla proverbiale sparata, come Sagan per fare un nome.

Particolare attenzione poi ai 2500 metri conclusivi. Qui anche gli uomini di classifica, qualora il gruppo si presentasse al gran completo, potrebbero provare un colpo di pedale.