L'hanno cercato, voluto e alla fine l'hanno trovato. I polacchi, grazie a Michal Kwiatkowski, ottengono il primo oro iridato nella loro storia. La squadra polacca ha tenuto in mano la corsa nei primi chilometri e nel finale ha avuto ragione. Kwiatkowski ha anticipato tutti, con uno scatto ai piedi dello strappo di Mirador. Sono rimasti sorpresi i grandi favoriti della vigilia, su tutti l'australiano Gerrans, i belgi Gilbert e Van Avermaet e Alejandro Valverde. Quest'ultimo è con ogni probabilità uno dei più grandi delusi di giornata: il murciano correva in casa ma si è dimostrato, ancora una volta, incapace di saper leggere la corsa. E l'Italia? Ci hanno provato gli azzurri, soprattutto con Visconti e De Marchi. I loro tentativi da lontano, però, si sono rivelati velleitari. Mai in gara, invece, Vincenzo Nibali e Fabio Aru, lontani parenti di quelli ammirati al Tour de France e alla Vuelta.

Ci si aspettava la pioggia e puntualmente il maltempo ha contraddistinto la corsa, rendendola più selettiva del previsto. Il mondiale si infiamma a cinque giri dalla fine e a movimentarlo è proprio l'Italia. Splendida l'azione degli azzurri, con De Marchi, Aru e Visconti a fare il primo vero forcing della corsa. Da questo tentativo nasce una fuga composta da una ventina di corridori. Tra questi ci sono anche Visconti, Giampaolo Caruso e Aru. Dietro fanno l'andatura Australia e Spagna, le due squadre faro del mondiale. I fuggitivi vengono ripresi a due giri dalla fine: è qui che nasce l'azione del migliore azzurro di giornata, Alessandro De Marchi. Il corridore della Liquigas dimostra ancora una volta di essere un atleta generoso e dal grande fondo. Se ne vanno in quattro. Oltre al nostro De Marchi ci sono anche il francese Gautier, il danese Anderson e il bielorusso Kyrienka. Il quartetto arriva ad avere anche 50 secondi di vantaggio, ma il forcing della Spagna annulla chilometro dopo chilometro il divario acquisito. I quattro vengono ripresi prima dell'ultimo strappo, dove di fatto di decide la corsa.

Kwiatkowski decide di anticipare i migliori e sceglie il momento giusto per partire. Sul falsopiano che precede lo strappo di Mirador si lascia alle spalle il gruppo e raggiunge i fuggitivi. De Marchi prova a tenere le ruote del corridore polacco, ma ormai ha finito ogni energia. Dietro i big reagiscono con veemenza. Parte Joaquin Rodriguez, ma il suo scatto fa da apripista a quello di Valverde. Sul corridore spagnolo si riportano Gilbert e Van Avermaet, oltre a Gerrans. Nibali, Aru e Visconti non hanno le gambe per rimanere con i migliori e finiscono rapidamente nelle retrovie. Le fucilate sulla salita di Mirador non bastano, però, per riprendere Kwiatkowski. Il polacco mantiene sempre 7-8" di vantaggio. Dietro non si organizzano a dovere, con il solo Gilbert a tirare. Le trenate del corridore belga non bastano. Kwiatkowski può celebrare un successo che corona alla perfezione le due ultime stagioni che lo hanno visto sempre protagonista nelle classiche e nelle corse a tappe di una settimana. La volata dei battuti la vince Gerrans davanti a Valverde. Il migliore degli azzurri è Sonny Colbrelli giunto tredicesimo.