Thomas Dekker sceglie il Messico, l'altura, per cancellare Rohan Dennis, quel record stabilito in terra svizzera, a Grenchen, meno di un mese fa. 52,491 chilometri, questo il limite fissato dall'australiano, questo l'obiettivo del nativo di Rotterdam. Il sogno si infrange non molto distante da quel numero, da quella distanza. Thomas Dekker vola oltre i 52, ma si ferma a 52,221, prestazione straordinaria, ma non sufficiente a togliere dalle mani di Dennis il simbolo del primato. Il Record dell'Ora, ambito dopo le nuove regole sancite dall'Uci, resta al ciclista della BMC, perché Dekker, pedalata fluida, vivace, potente nella prima parte, paga come tanti la distanza, l'acido lattico che avvolge i muscoli e rattrappisce il gesto. Il finale è un'agonia, gli ultimi ottanta giri vedono una media ben al di sotto dei 52, una sorta di resa. 

Aguascalientes, Messico, questo il luogo dell'assalto, pubblicizzato il giusto, viste le credenziali dell'olandese, oggi alla ricerca di un contratto. Eppure il profilo è di livello, professionista dal 2005, prima Rabobank poi Lotto, una Tirreno, il tour de Romandie, due volte campione nazionale a crono, un passista straordinario, con doti anche da finisseur. Il ritorno alle gare nel 2011, dopo una brutta storia di doping, Epo, la casacca della Chipotle, squadra Continental americana, per la nuova avventura in sella, per ultima la Garmin, tre stagioni, ora l'attesa.

Un tentativo, fallito, una speranza di rilancio, a 30 anni non è ancora tempo di appendere scarpette e bicicletta al chiodo.