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Tre Giorni di La Panne, seconda tappa: ancora Kristoff

Il norvegese si conferma il numero uno allo sprint e precede Elia Viviani.

Tre Giorni di La Panne, seconda tappa: ancora Kristoff
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Di Johnathan Scaffardi

Alexander Kristoff mette un'ipoteca importante sulla Tre Giorni di La Panne, bissando il successo d'esordio con un'altra volata regale, questa volta di gruppo. Se nel primo caso Debusschere si era dovuto arrendere alla progressione dello scandinavo, quest'oggi è il nostro Elia Viviani ad alzare bandiera bianca. Kristoff si alza sui pedali quando mancano poco meno di 200 metri al traguardo, rispondendo all'iniziativa di Modolo. Mentre il velocista della Lampre si spegne - quinto al traguardo - Kristoff procede al comando, senza rivali. Viviani risale lungo le transenne e conquista la seconda piazza. Da segnalare, in casa Italia, la sesta posizione di Sbaragli. Ottavo Renshaw. 

La seconda tappa, da Zottegem a Koksijde, presenta 5 muri - Mesenberg, Montenberg, Kemmelberg, Rodeberg, Vidaigneberg - tutti posti nella zona centrale del percorso. La fuga parte presto e assume margine importante, oltre i sette minuti. Presenti due italiani, Pozzo, Nippo - Vini Fantini, e Tedeschi, Southeast. Sul Kemmelberg, si infiamma la corsa. Davanti cominciano a sfilacciarsi i battistrada, il gruppo sfrutta la pianura dopo lo scollinamento per creare un abile ventaglio. Devolder e la Trek a tirare, tre, quattro tronconi si formano rapidamente, diverse ruote restano attardate. Con l'incedere del plotone, velocissimo, evapora buona parte del margine dei battistrada. 

Mortensen, Tedeschi e Vingerling sono i più attivi nel gruppo di testa, dietro la Trek, dopo il forcing, rifiata, e si ricompatta il grosso della carovana. Davanti, dopo il "saluto" di alcune unità, restano in otto. Il vento resta pericolo costante e senza una squadra a gestire la situazione, domina l'incertezza. Attacchi e contrattacchi nel cuore del gruppo, Boom si fa vedere, piccoli treni si formano, ma nessuno in grado di fare vera selezione. 

Il vantaggio dei fuggitivi è di circa 30", FDJ e Katusha si portano in testa, ma un colpo a sorpresa di De Bie e Bonnet rimescola le carte, all'inseguimento si lancia Bystrom, con Bak e alcuni corridori. Raggiunti i primi della corsa, in 16 provano a staccare il forte del gruppo. Tedeschi rilancia ancora, ma la Lampre aumenta.

L'ultimo tentativo è di Malaguti, Mortensen e Coenen. 20" circa, quando si transita per l'ultima volta sul traguardo - ripetuto 3 volte il circuito conclusivo di 12.9 km - il ricongiungimento avviene ai meno 3, con le squadre delle ruote veloci pronte a fare a spallate per assicurarsi la miglior posizione. Il finale, velocissimo, insidioso, sconvolge i treni costruiti ad arte e la volata è un uno contro uno. Vince Kristoff, il più forte, pilotato da un gigantesco Paolini, non una novità.