La settimana santa del ciclismo inizia nel segno di Alexander Kristoff. È il potente corridore norvegese, infatti, ad aggiudicarsi il Giro delle Fiandre, la prima delle classiche del Nord che, come da tradizione, si corrono nel periodo di Pasqua. 
Questa volta dall'uovo non esce una sorpresa, bensì l'ennesima prova di forza di un atleta che si è dimostrato tra i più in forma in questo inizio di stagione. 
Per Kirstoff si tratta della sua seconda vittoria in una classica World Tour dopo il successo ottenuto nella passata edizione della Milano San Remo. Quest'anno, sempre nella classicissima sanremese, si è dovuto arrendere solamente allo strapotere fisico di John Degenkolb. 
In compenso ha ottenuto tre vittorie di tappa al Giro del Qatar, una al Giro dell'Oman e alla Parigi Nizza e soprattutto è riuscito nella storica impresa di imporsi in tutte e tre le tappe in linea della Tre Giorni di La Panne, vincendo anche la classifica generale. 
Le credenziali di Kristoff, dunque, erano altissime e lo ha dimostrato oggi, lasciando la netta sensazione di essere il più forte rispetto a tutti i suoi rivali.

Tant'è che non ha ottenuto il successo regolando in volata un gruppo ristretto, come è solito fare da buon velocista; ha avuto altresì il coraggio di attaccare a 25 km dal traguardo sul terzultimo muro di giornata: il Kruisberg. Prorompente in quel frangente l'azione di Niki Terpstra, ma si dimostra altrettanto bravo Kristoff a seguirlo e a capire che quello sarebbe stato il momento decisivo della corsa. 
Si fanno trovar impreparati, invece, gli altri favoriti di giornata: su tutti il britannico Geraint Thomas, Peter Sagan ed il padrone di casa Greg Van Avarmaet. Terpstra e Kristoff, infatti, riescono a guadagnare quel centinaio di metri che alla fine si riveleranno decisivi per il successo conclusivo.
La gara si trasforma in un estenuante inseguimento ai due al comando, con Terpstra e Kristoff che si danno cambi regolari ed il gruppetto inseguitore che sfrutta il lavoro dei gregari (straordinaria la prova di Daniel Oss a servizio di Van Avermaet) e prova ad accelerare il ritmo sugli ultimi due muri.
Sull'Oude Kwaremont e sul Paterberg Van Avermaet accende la corsa: la sua sparata fa male ai rivali, tant'è che riesce a rosicchiare secondi preziosi al duo di testa.
Con un'azione brillante sulla parte finale del Paterberg, Peter Sagan riesce a riportarsi su Van Avarmaet e fa partire l'inseguimento a Terpstra e a Kristoff. Da qui in poi partirà una sorta di cronometro a coppie nel tentativo (vano) di formare un quartetto al comando. 
I due uomini davanti, però, dimostrano di averne di più e di rispondere colpo su colpo alle accelerate di Sagan e Van Avarmaet. Impressiona soprattutto la lucidità e la condizione di forma mostrata da Kristoff. 
Il corridore norvegese mena le danze anche quando, negli ultimi due chilometri, Terpstra smette di collaborare e nel momento in cui parte lo sprint impedisce all'olandese persino di affiancarlo. 

La sua vittoria è un concentrato di maturità, consapevolezza e potenza allo stato puro: tutte caratteristiche indispensabili per vincere una corsa come il Fiandre. Abbiamo persino la sensazione che abbia risparmiato delle energie, se è vero che sul Paterberg è riuscito pure a staccare di qualche metro Terpstra, salvo poi rendersi conto che sarebbe stato più intelligente proseguire insieme fino al traguardo. 
Non è usuale trovare un velocista con queste caratteristiche, bisogna tornare indietro di qualche anno quando Tom Boonen dominava le classiche del Nord o Thor Hushovd, vera e propria icona del ciclismo norvegese, si imponeva alla Gand-Wevelgem. 
Secondo posto per un ottimo Niki Terpstra, sempre tra i primissimi nelle classiche di questo inizio di stagione. La Quick Step, però, autentica corazzata per le gare del Nord, esce ancora una volta sconfitta, con una tattica di corsa che lascia qualche perplessità, visto che avrebbero potuto giocarsi la doppia carta Stybar-Terpstra, ma hanno preferito puntare tutto su quest'ultimo. 
Terzo e ancora una volta piazzato Greg Van Avermaet. Il corridore belga, dopo il secondo posto dell'anno scorso, non riesce a vincere una corsa che vale come un campionato del mondo per gli atleti di casa. Questa volta paga il fatto di non aver seguito il treno giusto e di essersi trovato di fronte un Kristoff in formato deluxe. 
Da segnalare, infine, un episodio che ha del clamoroso e dello scandaloso: il povero Jesse Sergent è stato letteralmente travolto da una vettura del cambio ruote. Una caduta che gli è costata il ritiro dalla corsa e la frattura della clavicola. Non è la prima volta che succedono episodi di questo tipo nelle classiche del Nord, gare certamente eroiche e spettacolari, ma anche rischiose per i corridori, vuoi per le strade strette e le pietre che si trovano sotto i piedi, vuoi soprattutto per un'organizzazione che non sempre eccelle per atttenzione e diligenza. 
Domenica prossima ci sarà l'altro grande appuntamento della settimana santa del ciclismo: la mitica Parigi Roubaix