Dopo essere diventato il primo polacco a vincere un campionato del mondo di ciclismo su strada, Michal Kwiatkowski diventa anche il primo atleta del suo paese a trionfare all'Amstel Gold Race. Il corridore della Etixx - Quick Step, rimane coperto per tutti i 258 km di corsa prima di piazzare lo spunto decisivo. 
Una strategia, la sua e del suo team, che si rivelerà perfetta. Sull'ultima salita, il sempre decisivo Cauberg, Kwiatkowski si limita a controllare i rivali, con Gilbert, Matthews e Valverde che probabilmente sprecano energie preziose per il finale. 
Il polacco, invece, gestisce le forze sull'ultimo strappo e mette sulla strada tutti i suoi cavalli nella volata conclusiva. Alle sue spalle si piazzano lo spagnolo Alejandro Valverde e l'australiano Michael Matthews. 

L'edizione numero 50 della classica dei tulipani si svolge con lo stesso andamento tattico della Parigi - Roubaix e del Giro delle Fiandre. Pochi attacci e tanto attendismo tra i corridori. Uno dei pochi a provare a far saltare il banco è il nostro Vincenzo Nibali. L'atleta dell'Astana ha tentato una delle sue azioni da lontano, sfruttando l'indomito lavoro del compagno di squadra Diego Rosa. A poco più di 35 km dall'arrivo lo Squalo dello Stretto prova l'allungo insieme ad altri corridori, tra i quali il tedesco Tony Martin, che decide però di non collaborare per favorire il capitano Kwiatkowski.
Una scelta che a conti fatti si rivelerà perfetta e si tratta di una rarità, considerati gli innumerevoli errori tattici commessi dalla Etixx - Quick Step negli ultimi anni alle classiche del Nord. 
La sfortuna, inoltre, si mette contro Nibali quando il compagno di squadra Diego Rosa frana a terra, annullando di fatto qualsiasi possibilità di successo dell'azione. Il siciliano prova a forzare i ritmi sui tratti in salita, ma nulla può di fronte al ritmo indiavolato imposto da una Bmc a servizio di Gilbert. I segnali mostrati dall'ultimo vincitore del Tour de France sono però incoraggianti in vista dei prossimi appuntamenti, su tutti la Liegi  Bastogne Liegi che è senza dubbio la classica più adatta alle sue caratteristiche.

La corsa si decide, ancora una volta, sul Cauberg, dove nel gruppo di testa si presentano addirittura una sessantina di atleti. Le strade strette e gli strappi dell'Amstel non sono bastati evidentemente per fare selezione. Del resto quando mancano le gambe ed il coraggio per tentare un'azione da lontano, il finale non può che essere questo.
Ne approfittano i corridori più potenti e veloci. Ci ha provato, ad esempio, a staccare tutti Philippe Gilbert.
La sua azione sul Cauberg è prepotente come nei giorni migliori, ma non riesce a togliersi di ruota gli atleti più veloci. Matthews non molla un metro e Valverde e Kwiatkowski rientrano poco più avanti insieme ad una ventina di corridori. Probabilmente lo stesso Gilbert avrebbe gradito una corsa più dura che gli avrebbe consentito di fare una maggiore selezione sull'ultima salita. 
Invece si presentano in troppi allo sprint finale e Kwiatkowski non ha problemi a regolarli, dimostrando un ottimo spunto veloce ed una sorprendente maturità tattica. Nulla possono un sempre piazzato Alejandro Valverde e un Matthews che sta dimostrando evidenti miglioramenti in salita. Difficile che questo Kwiatskowski possa competere alla Freccia Vallone, considerato il durissimo arrivo sul Mur de Huy, sarà, invece, uno dei favoritissimi alla Liegi, dove tenterà uno storico bis Amstel - Liegi, riuscito a pochi atleti nella storia. 
Tra gli italiani, detto della prova di Nibali, buona la prestazione di Gasparotto, giunto ottavo sul traguardo e tra i più brillanti sul Cauberg.