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Un Giro a Porte chiuse

Il capitano del Team Sky penalizzato per aver usufruito dell'aiuto di Clarke, ciclista in forza all'Orica GreenEDGE, dopo una foratura nel finale di tappa.

Un Giro a Porte chiuse
Un Giro a Porte chiuse
Gloria-Romano
Di Gloria Romano

Sul momento sembrava un gesto epico, di quelli che rendono migliore lo sport: Richie Porte che fora e Simon Clarke che si ferma, gli passa la ruota e lo spinge per ripartire. Tutto normale fin qui, se non fosse che gli atleti in questione corrono per due squadre diverse, ma sono uniti da una bandiera ben più importante: quella australiana. Un gesto di sportività genuina che però è costato due minuti al capitano del Team Sky, uno dei favoriti per la vittoria finale di questo Giro d'Italia.

Ricapitoliamo: tappa odierna, la numero 10, disegnata per i velocisti lungo il litorale romagnolo e proprio per questo piena di insidie. Il segreto è arrivare ai meno 3 km indenni, perché lì gli eventuali distacchi per incidenti meccanici o cadute vengono neutralizzati. La sfortuna invece costringe Porte a sfilarsi dal gruppo (lanciato all'inseguimento di 4 fuggitivi) a 5 km dal traguardo per colpa di una foratura. Un incubo per chiunque, soprattutto per chi cura la classifica generale. Ancora più assurdo è che il corridore sia solo, senza compagni di squadra a dargli una mano. L'unico a stargli vicino è proprio Clarke dell'Orica GreenEdge, che stacca l'anteriore dalla sua bicicletta per montarlo su quella di Richie. Nel frattempo arrivano gli uomini Sky che recuperano il proprio leader e lo scortano fino allo striscione d'arrivo, dove accusa un ritardo di 47”.

L'episodio passa inosservato ai più, tanto che lo stesso Porte pubblica poco dopo un Tweet in cui elogia l'aiuto del connazionale con una foto che li ritrae insieme nel momento “incriminato”. Un gran bel gesto di amicizia, insomma. Eppure la Giuria della Corsa Rosa la pensa diversamente, e si scopre che una procedura del genere è vietata dal Regolamento e può essere eseguita SOLO tra compagni di squadra. Un'irregolarità bella e buona che costa al tasmaniano 2 minuti di penalità, che lo portano così a 3'09” dalla maglia rosa di Alberto Contador.

Un distacco abissale e quasi certamente incolmabile. Perché è vero che la cronometro di sabato (Treviso – Valdobbiadene di 59,4 km) favorisce Porte rispetto ai rivali, ma è altrettanto vero che in questo caso servirebbe un miracolo per permettergli di tornare in classifica.

La notizia è fresca e le reazioni dei protagonisti ancora ignote. Le domande invece sono tante: possibile che nelle ammiraglie del Team Sky (e lo stesso capitano) non sapessero dell'esistenza di tale regola? Possibile che nessuno abbia avuto modo di informare lui e Clarke dell'infrazione che stavano commettendo e fermarli? E dov'erano i suoi compagni di squadra?

La risposta della Sky siamo certi non si farà attendere, magari con qualche proposta (o protesta) eclatante. Ma le decisioni della Giuria, è risaputo, sono inappellabili. Benvenute critiche, addio sportività!