In rosa nel giorno meno atteso, in rosa, dopo la crisi dei giorni scorsi. Un lungo rettilineo, da Montecchio Maggiore a Jesolo, roba per velocisti, non certo per scalatori. Eppure il Giro si conferma terribile, perché nei giorni in cui i grandi non hanno terreno per creare differenza, c'è sempre un buco nero in cui possono affondare, lasciando speranze e progetti. Richie Porte cade e per la seconda volta vede respinte le sue mire di successo. Alla penalizzazione, si somma la debacle odierna e la rosa è ormai un miraggio, distante oltre 5 minuti. Limita i danni Contador, fuorioso si getta al traguardo, ma il cronometro è azzurro, il ritardo, minimo, 40 secondi, basta per perdere la prima piazza della generale. 

Fabio Aru è davanti, nel primo gruppo, fuori dalla tormenta che travolge il gruppo. Pedala veloce verso la prima maglia di carriera, intraprende il rettilineo decisivo, quello che porta alla crono e a Campiglio, al comando. 

"Ho imparato che queste giornate sono più pericolose di quelle di montagna - ha detto il sardo dell'Astana a margine della frazione -. C'è tanto stress, nel finale era veramente pericoloso anche a causa della pioggia. Grazie ai miei compagni che mi hanno tenuto davanti, però, sono riuscito a restare in una buona posizione"

60 km contro il tempo, 60 km pianeggianti nella prima parte, nervosi nel finale. Aru, da sempre pocco avvezzo all'esercizio, viene da una lunga preparazione, ogni cosa, all'Astana, è curata nel dettaglio, per portare il campioncino al livello dei grandi. La maglia è appesa a un filo, perché Contador, oggi dolorante al traguardo, può annullare il disavanzo e Uran non è troppo lontano, ma Aru deve limitare i danni, salvarsi prima di esplodere sulle ascese dell'ultima settimana. 

"La maglia rosa è una bellissima emozione, ma il Giro finisce a Milano. In 21 tappe ci sono giornate buone e meno buone, l'importante è superarle. Io ho una grande squadra e delle persone che mi vogliono bene. Manca ancora tanto. La crono di domani? L'ho provata una volta, ma Slongo, il mio preparatore, me l'ha spiegata diverse volte. Domani è un giorno importante, andremo a tutta"

Si entra nella fase clou, con un cambio in vetta. Il rosa di Aru, il carattere di Contador, la crescita di Uran, l'orgoglio di Porte, carte sul tavolo, si gioca per vincere.  

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Johnathan Scaffardi
Lo sport come ragione di vita, il giornalismo sportivo come sogno, leggere libri e scrivere i piaceri che mi concedo