Sacha Modolo conquista, sul traguardo di Lugano, il secondo successo al Giro, coronando il perfetto lavoro di squadra della Lampre Merida. Il treno della Lampre si impossessa della corsa a un chilometro dal traguardo e, come sempre, è Ferrari il primo a mettersi al servizio di Modolo. Una trenata porta il gruppo a 500 metri dal termine, qui entra in azione Richeze, ultima ruota a disposizione del velocista azzurro. Lo sparo di Modolo giunge in risposta al tentativo d'anticipo di Luka Mezgec. Modolo sale potente, Mezgec si spegne, Nizzolo recupera per la seconda posizione.

L'ennesimo piazzamento consente al velocista della Trek di indossare la maglia rossa della classifica a punti, scavalcato Elia Viviani, oggi opaco.

La diciassettesima tappa vede il primo tentativo di fuga all'alba, dopo soli due chilometri. In tre si avvantaggiano – Bandiera, Berlato e Keisse – il gruppo procede con passo regolare, lungo le rampe del Passo Teglio, ma il vantaggio non acquisisce dimensioni importanti. L'uscita di tre atleti non spaventa e in sostanza la corsa trova la sua evoluzione da subito, con squadre come Giant, Trek e Lampre a mantenere un buon ritmo per evitare battute d'arresto non nuove in questa edizione.

Il tracciato non presenta scossoni e il ricongiungimento, naturale, avviene a 27 km dall'arrivo. Le uniche insidie giungono dal vento laterale che disturba il gruppo e costringe le ruote poste nelle retrovie a una fatica supplementare. Il finale presenta due strappi, Croce di Menaggio e Castagnola. Non mancano qui i tentativi, Adam Hansen, seguito senza successo da Atapuma e Gretsch, è il primo ad accendere le polveri, Slagter e Gilbert replicano poco dopo, con l'ultimo sussulto, in discesa, portato da Paolini.

A un chilometro dal termine, tutti insieme, con la Lampre a guadagnare la testa del gruppo. Non sbaglia nulla la formazione di Modolo e il finale premia l'azione di squadra, con la quarta vittoria di tappa al Giro.  

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Johnathan Scaffardi
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