Quando manca solo la cronometro a squadre di Plumelec in programma oggi (28 km di lunghezza) per chiudere definitivamente il primo terzo del percorso del Tour de France 2015, per Vincenzo Nibali è già tempo di rincorrere. Il campione in carica della Grand Boucle ha infatti affrontato una prima settimana difficile, costellata da errori tattici della sua squadra, l'Astana di Alexandre Vinokourov, da sfortuna, cadute e in ultimo dalla scarsa reattività palesata nell'ultima tappa, con arrivo sul Mur de Bretagne.

"Di certo non posso dirmi soddisfatto di questo inizio di Tour - esordisce Nibali alla vigilia della cronosquadre - non mi attendevo di staccarmi oggi (ieri, ndr) sullo strappo finale. Finora mi ero sempre sentito bene, speriamo di recuperare già da domani". Dopo un ottimo prologo sul circuito cittadino di Utrecht, in cui ha tenuto testa e guadagnato anche qualcosa in termini di secondi sui suoi rivali più accreditati nella corsa alla maglia gialla, lo Squalo dello Stretto ha accusato nella tappa successiva un ritardo di oltre un minuto, a causa di una caduta che lo ha visto coinvolto a una trentina di chilometri dal traguardo. Il rendimento dei suoi compagni di squadra e in generale la condotta di gara di tutta l'Astana sono finiti sotto la lente d'ingrandimento della critica, prontissima a sottolineare quanto Nibali sia spesso solo nelle prime posizioni del gruppo, con i suoi gregari sparpagliati più indietro. Per il team kazako la cronosquadre di oggi sarà importante anche da questo punto di vista: non solo per far recuperare terreno al proprio capitano nei confronti di Froome e Contador (anche se Sky e Saxo-Tinkoff sembrano più attrezzate), ma anche per testare la tenuta atletica di un gruppo al momento non all'altezza di questo Tour.

Se l'Astana ha sinora faticato, il rendimento di Nibali è stato quantomeno alterno: bene nel prologo, in difficoltà sul Mur de Huy, aggressivo nella tappa del pavè con arrivo a Cambrai, di nuovo staccato in Bretagna. L'avvicinamento del messinese alla Grand Boucle 2015 ha ricordato molto da vicino quanto accaduto la stagione scorsa: partecipazione al Giro del Delfinato per cominciare a mettersi alla prova, vittoria al campionato italiano e condizione atletica ideale alla partenza del Tour. Anche quest'anno stesso copione, almeno sino alla caduta di domenica (1'20" persi da Froome, ora in maglia gialla), primo segnale di difficoltà impreviste. Nulla è perduto, la corsa è solo all'inizio, con i Pirenei in arrivo già da martedì 14 (festa nazionale francese), ma per lo Squalo dello Stretto è già tempo di attaccare per recuperare terreno. Gli strappi brevi e molto duri di Huy e del Mur di Bretagne probabilmente non erano i più adatti per esaltare le caratteristiche di Nibali che tuttavia dovrà dimostrare di qui a poco sulle grandi montagne di non aver alcuna intenzione di abdicare dal suo trono di vincitore del Tour de France 2014.