A Saint Jean de Maurienne, il traguardo è posto al termine di un tratto pianeggiante. Quello odierno, è l'unico arrivo alpino non in quota. Il particolare non deve però trarre in inganno, perché i 186,5 km da percorrere, con partenza da Gap, sono tutt'altro che accomodanti. Il percorso si può dividere in due tronconi. Il gruppo deve affrontare, nella prima parte, una serie di strappi con pendenze di rilievo, prima di fronteggiare, dopo il traguardo volante di Riouperoux, il mastodontico Glandon. L'ascesa è classificata Hors Categorie, si toccano i 2000 metri, dopo 21.7 km di scalata. La pendenza media è ridotta, 5%, ma il tratto centrale scollina oltre il 10%. Il punto di maggior pathos è al termine della discesa del Glandon, perché si sale verso i Lacets de Montvernier. 18 tornanti, 3.4 km all'8,2%, uno spettacolo infernale. Il gruppo entra in un vortice meraviglioso, il Tour indossa il suo abito migliore. Dalla vetta al traguardo mancano poi 10 chilometri, chi riesce a fare la differenza qui può sognare la vittoria.

Con un passo indietro, analizziamo ora la fase iniziale di tappa. Il Tour non concede respiro, si sale, infatti, fin dalle prime battute. Il primo Gpm, Col Bayard, 6.3 km all'7%, è al km 6.3. A seguire, Rampe du Motty, 2.3 km all'8.3%, Cote de la Mure, 2.7 km al 7,5%, Col de Limassol, 2 km all'8,7% e Cote de la Morte, 3.1 km all'8.4%. Cinque Colli nei primi 85 km, dopo le fatiche di Pra Loup.

Le diverse asperità presenti favoriscono fantasia e coraggio, non manca il terreno per rendere la corsa di difficile lettura. I primi assaggi ieri, con l'affondo di Contador e le schermaglie Froome - Quintana. Al momento, il britannico appare imperforabile. La perfetta difesa in discesa è l'ultimo marchio sul Tour. Resta solo la carta dell'azzardo, un attacco a lunga gittata, per sconvolgere, almeno sulla carta, i piani del Team Sky. Il rischio è ovviamente quello di esporsi al tracollo, meglio forse di un Giro nell'anonimato.

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Johnathan Scaffardi
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