138 km, nel ciclismo delle lunghe distanze, delle interminabili fatiche, un refolo, un respiro solo accennato. Non tragga però in inganno il breve chilometraggio odierno, perché il percorso che conduce da Saint Jean de Maurienne a La Toussuire è tutt'altro che benevolo. Si parte con la strada subito rivoltà all'insù. Un inizio che può tagliare le gambe a molti, dopo le fatiche del Glandon e di Montvernier. Col du Chaussy, oltre 15 km di ascesa inediti, con pendenza media superiore al 6%.

Al km 42, il traguardo volante di Epierre, prima del momento chiave della giornata. Il Col de la Croix de Fer è lo spartiacque di tappa. Salita Hors Categorie, 22.4 km, vetta al km 83, quando al traguardo ne mancano poco più di 50. Un attacco qui può isolare Chris Froome e insinuare il tarlo del dubbio nella mente della maglia gialla. Decisiva la condotta di gara della Movistar, unica squadra a poter contare su una freccia a due punte al proprio arco. Valverde è per natura un attendista, Quintana corre al coperto, chi accetta il rischio? Chi gioca d'azzardo?

Dai 2067 metri della Croix de Fer si scende fino a Belleville, dove inizia la terza difficoltà di giornata. Si affronta il Col du Mollard, 5.7 km al 6,8%. Al termine, una ripida picchiata, altro interessante snodo di gara, con Nibali già ieri pronto ad affondare il colpo nei tratti a lui più favorevoli.

Si chiude a La Toussuire, 18 km al 6,1%. Delle tappa fin qui affrontate quella odierna è senza dubbio la più impegnativa, perché non concede respiro e presenta quattro erte di prima grandezza. Il ciclismo attende Contador. Il Pistolero promette spettacolo, ma serve qualcuno alla ruota del fenomeno di Pinto per togliere al Tour quel velo di ovvietà che col passare dei giorni si fa più evidente.

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Johnathan Scaffardi
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