Due punte sulle rampe di Spagna, due frecce italiane per rilanciare una stagione fin qui "sottotono". L'Astana sceglie di affidarsi a Fabio Aru e Vincenzo Nibali per conquistare la Vuelta, l'ultima grande corsa a tappe. Fabio porta in dote il podio al Giro, esce rinfrancato dalle tre settimane lungo lo stivale, con un pizzico di rammarico, per qualche problema fisico, per qualche scelta di squadra non ottimale. Vincenzo ha una storia, almeno nel 2015, più recente. Il Tour rimbalza il campione, la Francia ripudia l'ultimo re. Nibali crolla sui Pirenei, combatte sulle Alpi, cresce di condizione, ma viene schiaffeggiato da Froome e Quintana.

La Vuelta ha per Nibali il sapore della rivincita, per Aru il senso della consacrazione. In Spagna, eccezion fatta per Alberto Contador, si incontrano i migliori. Froome insegue la meravigliosa doppietta, Quintana l'attesa rivincita. Poi i cavalli di casa, in primis Valverde. Stelle che affilano le armi nella guerra meno sponsorizzata eppur più spettacolare. 

Nibali e Aru salgono insieme in sella, con ruoli definiti. Il primo è in cerca dell'assolo, dell'acuto che piace alla gente, dell'azione che infiamma e fa spellare le mani. Il secondo è il capitano, almeno ai blocchi di partenza, in attesa del giudizio della strada. Uomo di classifica, a cui far riferimento. Coesistenza, comunione d'intenti, lavoro di squadra, l'Astana si gioca il tutto per tutto, mette i suoi talenti in vetrina, contemporaneamente.   

Nibali "Fabio l'ha preparata bene e secondo me potrà avere i gradi di capitano. Anche io avrò il supporto della squadra, e se capitasse potrei lavorare per lui, certo. Queste cose le decide la strada".

Aru "Tra di noi c'è rispetto, siamo un gruppo, una squadra vera. I gradi di capitano non contano molto".

Una stoccata di Vincenzo accende la Vuelta. Nibali "chiama" la Movistar "Quintana e Valverde, al Tour, hanno osato poco, correndo in difesa per difendere il terzo posto. Non so come si comporteranno".

Più guardingo Aru "Quando corrono in casa gli spagnoli sono da temere. Valverde ci farà soffrire. Ma io ribalterei la prospettiva, è l'Astana che avrà una grande squadra".  

Un sorriso colora il volto di entrambi, uno schiaffo alle illazioni del passato, a diverbi creati ad arte dalla penna della stampa. Lotta sincera, tra il fuoriclasse affermato e il rampante compagno, lotta a viso aperto, di sguardi accesi. La maglia dell'Astana avvolge Nibali e Aru, almeno per un anno ancora.

Nibali "Fabio è cresciuto in fretta, è molo forte, ma almeno per un anno saremo ancora compagni. I programmi per il 2016 non sono ancora definiti, io per esempio vorrei tornare al Giro, ma non so ancora se sarà così".

Aru "Io all'Astana starò sicuramente fino al 2017, sto bene, di corse ce ne sono per tutti. Ma i tifosi si entusiasmerebbero anche se ci vedessero, da compagni, fare grandi cose assieme alla prossima Vuelta. E io credo e spero che sarà proprio così".  

Fonte dichiarazioni Gds