Non sarà la settimana più ardua sulla carta, ma di sicuro, nel bene o nel male, sarà quella decisiva. Se non altro, perché avrà il suo termine a Madrid, domenica 13 settembre. Il corridore che entrerà nella capitale con la maglia rossa sarà il campione dell’ottantesima edizione della Vuelta a España. Per Froome, Quintana, Nibali & co. non saranno permessi passi falsi, nonostante la fine dei tapponi potrebbe indurre a qualche calo di concentrazione e/o di rendimento fisico. Analizziamo il percorso tappa dopo tappa.

Mer 09/09. Tappa 17: Burgos/Burgos (cronometro individuale) 38.7 km. Non è di sicuro la tappa più spettacolare della corsa, ma potrebbe essere quella risolutiva. Il Giro d’Italia 2015 insegna quanto una crono di una certa lunghezza possa essere selettiva in classifica generale. Arriva dopo i tre tapponi spezza gambe della seconda settimana, e dopo il secondo ed ultimo giorno di riposo. La sua collocazione in principio di terza settimana favorisce chiaramente gli uomini di classifica che sono sia scalatori che cronomen, e che potrebbero alternativamente, a seconda della loro posizione, ampliare il vantaggio o rosicchiare il distacco dalla vetta della generale. Leggendo questo profilo, pensiamo subito a Chris Froome. Ma chissà che il nostro Vincenzo Nibali non possa regalarci qualche sorpresa…

Gio 10/09. Tappa 18: Roa/Riaza (Media montagna) 204 km. La tappa più lunga della settimana, in perfetto stile Vuelta 2015 non lesina le salite, ma non è nemmeno di eccessiva difficoltà. Tre gpm, di cui solo uno, l’ultimo di Puerto de la Quesera, di prima categoria: 10 km, 500 metri di dislivello, con tre punte al 7% di pendenza. Due diverse chiavi di lettura per la gara: i primi 180 km potrebbero favorire qualche fuga che, con un buon passo gara, potrebbe venir concretizzata; altrimenti, via alla lotta in salita, anche se più per la vittoria di tappa, in quanto l’arrivo in discesa dovrebbe ravvicinare un po’ i distacchi.

Ven 11/09. Tappa 19: Medina del Campo/Ávila (Media montagna) 185,8 km. Due gpm, di seconda e terza categoria, per una tappa che, arrivati a questo punto di gara, dovrebbe essere piuttosto interlocutoria come preludio al rush finale. Da segnalare soprattutto l’arrivo in salita ed un tratto sui sampietrini, un terreno non propriamente facile da affrontare. Lo sprint finale su 50 metri di dislivello regalerà un bello spettacolo a chi avrà la fortuna di vederlo dal vivo.

Sab 12/09. Tappa 20: San Lorenzo del Escorial/Cercedilla Alta montagna) 175,8 km. Per chi si fosse illuso che le emozioni della Vuelta sono ormai ai titoli di coda, questo ultimo tappone sulla Sierra madrilena ha il potere di un defibrillatore. Quattro gpm di prima categoria, in un continuo saliscendi che non lascerà ai corridori nemmeno un minuto per rifiatare. Prima salita al Puerto de Navacerrada, dopo 30 km: 9,5 km, circa 600 metri di dislivello e una pendenza massima all’11,25% per scremare subito il gruppo. Si procede poi con il primo passo del Puerto de la Morcuera: 11,5 km con pendenza massima all’8,5%; ancora, il secondo passo del Puerto de la Morcuera: 10,5 km che, a partire dal secondo, non scendono mai sotto il 6%, con punte al 9,50%. Infine, quando ai corridori saranno rimasti soltanto gli scampoli di energie, ultimo sforzo al km 158, sul Puerto de Cotos, con picco massimo dell’8,50% in vetta. Dopo questa ultima fatica, chi arriverà in rossa a Cercedilla dopo la discesa finale sarà, a meno di sorprese impensabili, il campione della Vuelta. Attenzione a come i ciclisti arriveranno a questa gara: in montagna, si sa, basta un minimo errore di preparazione o un calo fisico per compromettere irreversibilmente tutta la corsa.

Dom 13/09. Tappa 21: Alcalá de Henares/Madrid (piana). Gran passerella finale per il vincitore e per tutti gli altri eroi della gara. Reduci da 20 giorni di fatiche, i ciclisti troveranno ad accoglierli il pubblico dei grandi appassionati nella capitale spagnola. Niente da aggiungere alla tradizionale consuetudine per cui la gara sarà decisa verosimilmente da uno sprint, che incoronerà l’ultimo vincitore di tappa della Vuelta. L’unica sorpresa potrebbe arrivare, come allo scorso Giro, se le squadre dei velocisti non lavorassero nella maniera corretta, e al posto dello sprint si concretizzasse una fuga.