Alcuni lo hanno già chiamato il "dream team" dell'edizione 2015 della Vuelta Espana. L'Astana parteciperà alla corsa spagnola calando tutti e tre i suoi assi: Vincenzo Nibali, Fabio Aru e Mikel Landa che insieme fanno dieci piazzamenti nei primi tre posti nei grandi giri. 
Quest'anno il team kazako è ancora a bocca asciutta nelle corse a tappe e non intende chiudere la stagione senza neppure un successo tra Giro, Tour e Vuelta. La stagione dell'Astana non era iniziata nel migliore dei modi, con una serie di casi di doping che hanno messo a repentaglio la licenza World Tour. 
L'annata è proseguita con le polemiche al Giro tra Landa ed i vertici della squadra per essere stato fermato mentre si avviava a vincere la tappa del Sestriere e si è conclusa con le dure parole di Vinokourov nei confronti di Vincenzo Nibali, colpevole di non aver ottenuto i risultati sperati al Tour de France. 

La Vuelta, dunque, deve essere nelle intenzioni del team un'occasione di riscatto. Ma siamo sicuri che lo formula con i "tre capitani" possa essere quella vincente? 
Nelle parole dei protagonisti, in realtà, il leader della squadra pare possa essere uno solo e corrisponde al nome di Fabio Aru. Lo ha ammesso lo stesso Nibali: in caso di necessità non si tirerà indietro nel dare una mano al corridore sardo. 
Il "Cavaliere dei Quattro Mori" si presenta all'appuntamento con la Vuelta in buona condizione. Si è preso un periodo di riposo dopo le fatiche e lo stress del Giro ed è tornato a correre ad Agosto. 
Già al Giro di Polonia, dove ha chiuso quinto ed è stato uno dei grandi protagonisti in salita, ha lasciato intravedere sprazzi dell'Aru ammirato al Giro di quest'anno. Rispetto ai suoi diretti concorrenti, l'atleta sardo non ha corso il Tour, il che gli consentirà di arrivare più riposato alla corsa spagnola. 
In questi ultimi giorni ha rifinito la condizione al Sestriere, lavorando insieme a Vincenzo Nibali. Dall'interno del team Astana parlano di un Aru in grande spolvero, addirittura in una forma migliore rispetto all'anno scorso quando già si fece notare per due splendide vittorie di tappa ed un quinto posto nella classifica finale. 
Negli ultimi mesi ha accumulato esperienza nelle grandi corse a tappe ed una maggiore consapevolezza che gli saranno certamente utili. 
Il percorso della Vuelta, inoltre, si addice alle sue caratteristiche tecniche. Ci saranno, infatti, tante salite brevi ed impegnative che richiederanno forza ed esplosività, tutte prerogative dello scalatore di Villa Cidro. 

Potrebbe incontrare, invece, maggiori difficoltà Vincenzo Nibali. La delusione per il quarto posto al Tour de France è stata cocente.
Dopo la Grande Boucle il siciliano ha trascorso una settimana con la famiglia, ritrovando la serenità e la grinta giusta per affrontare il finale di stagione. Arriva alla Vuelta quasi a fari spenti, voglioso di rivincita ma senza troppe aspettative. 
Nibali ha chiusto il Tour in crescendo e le sensazioni maturate durante il ritiro sul Sestriere sembra siano state positive. Froome, Quintana e Valverde non potranno non controllare i movimenti del messinese. 
La sua capacità di attaccare da lontano potrebbe essere una variante tattica fondamentale per le ambizioni dell'Astana, con un Aru pronto a giocarsi le proprie carte con i più forti sulle salite conclusive. 
Ma la voglia di rivalsa di Nibali potrebbero portarlo giorno dopo giorno a conquistarsi i gradi di capitano, testando la sua condizione e quella degli altri già sulle salite della prima settimana. 
Un posto sul podio è uno scenario più che plausibile per lo Squalo dello Stretto. 

Un'altra variabile impazzita è rappresentata senza dubbio da Mikel Landa. Il corridore basco gioca in casa e tiene particolarmente a far bene alla Vuelta. 
Nei giorni scorsi ha dichiarato di puntare ad una vittoria di tappa e ad arrivare più in alto possibile in classifica generale. Ha sottolineato anche come sia disposto a mettersi a dispozione della squadra (difficile immaginare potesse dichiarare il contrario) lavorando per Aru e Nibali. 
La domanda che sorge spontanea è però come si comporterà l'Astana e lo stesso Landa qualora quest'ultimo dovesse dimostrarsi più forte in salita dei due capitani designati. Il Mikel Landa visto quest'anno è stato probabilmente più brillante sia di Aru che di Nibali e questo potrebbe essere un problema per le gerarchie interne del team kazako. 
Il precedente del Giro d'Italia è lì pronto a diventare giurisprudenza e l'ormai annunciata firma di Landa per la Sky per la prossima stagione non è escluso rappresenti un ulteriore motivo di attrito. 
Sarà difficile, dunque, gestire tre atleti di questo calibro: il rischio di fare tanta confusione e di complicare i piani di tutti e tre è dietro l'angolo. Solo la strada potrà rivelarci quali saranno le reali gerarchie e se si tratti effettivamente di un "dream team" o dell'ennesima questione spinosa della difficile stagione della squadra kazaka. 

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