Sul traguardo di Marbella, il treno della BMC anticipa di un soffio Saxo-Tinkoff e Orica GreenEdge. Un secondo divide le tre formazioni, un secondo consente a Peter Velits di indossare la prima maglia di leader dell'edizione 2015. I 7,4 km che portano da Puerto Banus a Marbella non creano, come naturale, nessuna selezione evidente, la partita si gioca così sul dettaglio e a prevalere è la formazione statunitense, orfana di Rohan Dennis. La decisione di neutralizzare i distacchi al traguardo, date le condizioni non ottimali del percorso, crea una sorta di spaccatura. Davanti chi lotta per il successo di tappa - bene anche Lotto-Jumbo (4°) e Etixx (5°) - dietro gli uomini di classifica, attenti a non correre alcun rischio. Nibali chiude in tredicesima posizione con l'Astana, Froome addirittura ventesimo. Il "migliore" è Quintana, nono.

Con la seconda tappa, prende il via la competizione vera e propria e il percorso chiama da subito a raccolta gli uomini di "peso" della corsa spagnola. Si parte da Alhaurin de la Torre, con la strada che si presenta, fin dalle prime battute, molto nervosa. Per incontrare il primo Gpm bisogna però attendere addirittura il chilometro 148. L'Alto de Carratraca non è uno scoglio insormontabile, ma in vetta mancano solo 17 km all'arrivo, occorre quindi fare corsa di testa.

Il finale è perfetto per corridori di resistenza e spunto. 3 km di grande intensità, in cui giocarsi la posta e il primato. A Caminito del Rey, sventola la maglia rossa, chi doma le prime rampe iberiche può portarsi al comando della generale e "colorare" la partecipazione all'ultima grande corsa a tappe dell'anno. Per i grandi, l'occasione giusta per assaggiare la condizione dei rivali e "sgranchirsi" le gambe in vista dei veri arrivi in quota. Occhio a Valverde, lo strappo conclusivo può attirare un campione con le sue caratteristiche.