La Vuelta, quella vera, con salite in serie, pendenze proibitive, interminabili ascese, inizia mercoledì. A Cortals d'Encamp uno schiaffo a quanto visto fin qui, 138 km infernali, con 6 Gpm, quattro di prima categoria, uno di seconda e uno di categoria speciale, Collada de la Gallina, 1910 metri. Eppure, in questi giorni, seguire la corsa spagnola è entusiasmante, perché il finale riserva sorprese e adrenalina. Basta uno strappo per esaltare corridori coraggiosi, sciolti dalla strada e dal caldo iberico, ma mai domi, tanto da giungere al traguardo esausti, ciondolanti, con il volto trasfigurato da orgoglio e fatica.

I numeri, fin qui, contano poco, in una manciata di secondi sono raccolti i migliori, le differenze sono per forza di cose risicate, perché il terreno su cui far la differenza è minimo, ma i pugni che incrinano le certezze contano più del mero dato matematico. Chris Froome, staccato e in affanno nei giorni scorsi, affila la sua spada e infila la lama nella convinzioni della Movistar. L'Alto Cumbre del Sol è il teatro della lotta, un primo assaggio, un secondo, verso l'arrivo, durissimo, perché più lungo. Stessa scalata, da percorrere due volte, la seconda con 800 metri a prolungare l'agonia. Valverde, a casa sua, abbandona le vesti da calcolatore e strappa con una pedalata dura, Quintana riparte quando si affievolisce l'azione del compagno. Squadra, per una volta. Froome è indietro, i compagni però restano davanti, è un segnale.

Scatti, contro-scatti, un vorticoso mulinare di gambe, Aru, poi Majka, poi Chaves, poi Dumoulin, lo spettatore è in balia della gara, è lotta senza esclusioni di colpi, tutto sul tavolo, nessuno nasconde la carte. Bisogna pur rifiatare e dietro appare un keniano bianco che risale il gruppo. Pedalata continua, incessante. Una frullata, due, poi l'ultima, sui pedali. Purito c'è, Chaves si incarta al sole della Vuelta, Dumoulin no, la maglia è appesa qualche metro più avanti. Froome replica a Rodriguez, vede il traguardo, ma piomba su di lui l'olandese volante. Tom Dumoulin vince e prende tutto, Froome è secondo e stacca tutti. Aru a bocca aperta, sempre proteso in avanti, a un passo. Poi Majka, Quintana, Valverde.

Pochi chilometri, il nastro di partenza.