Chris Froome vola a terra, si rialza e impreca, sanguinante. Siamo all'alba di una delle tappe più dure della Vuelta, la 11a, quella che conduce da Andorra La Vella a Cortals d'Encamp, attraverso sei Gpm, uno di categoria speciale, Collada de la Gallina. Il britannico torna in sella, dolorante, e si accoda al gruppo. Le nubi si diradano e l'onda nera torna ad avvolgere la corsa.

Un compagno di squadra in avanscoperta e i gregari a guidare il plotone lungo le prime rampe. Tutto scorre naturale, il padrone guida e dirige. Balza però all'occhio la frequenza ridotta con cui procede l'armata di Froome. Le tre ascese iniziali, di prima categoria, sono in realtà una passeggiata di salute, in cui chi insegue la fuga non si preoccupa di controllare il disavanzo, bensì di non esagerare nell'incedere.

Il velo che oscura le reale intenzioni del keniano bianco viene strappato di forza dall'azione di Dario Cataldo. Fabio Aru osserva la pedalata di Froome e pone al vaglio della strada la condizione del vincitore del Tour. Pochi metri e Froome lascia la coda del gruppo. Geraint Thomas si sfila e attende, diligente, il capitano. Inizia per Chris un calvario, lungo, lunghissimo. Collada de la Gallina segna la resa, poi su e giù ancora, fin sul traguardo.

Froome incassa minuti e applausi, sceglie di non rispondere al suo corpo, distrutto dalla caduta, ascolta l'orgoglio, onora la partecipazione alla Vuelta, ancora una volta infausta, e si trascina con un mulinare pesante, impacciato, all'arrivo. Una maschera di sofferenza solca le ultime difficoltà, in vetta un respiro profondo.

Quando il britannico scende dalla bicicletta conosce la sua sorte, poi confermata dagli esami. Frattura al piede dell'osso navicolare (il tarso), ritiro obbligato. Attraverso il suo profilo twitter, Froome saluta la corsa.

La Vuelta perde un campione, Froome rinvia il successo in terra spagnola, ma accresce il suo status agli occhi degli appassionati. Il corridore di ultima generazione, lo scalatore che tutto deve a computer e numeri, che nulla concede allo show sulle due ruote, si rivela umano e il pubblico, compiaciuto, ne applaude il coraggio nel giorno più difficile. A testa alta, Chris Froome.