Da una Vuelta definita a ragion veduta "grandi firme", per via del parco partecipanti di assoluto prestigio alla partenza di Marbella, si è giunti ora, diciassette giorni dopo l'avvio della corsa iberica, a una Vuelta "grandi attese", in cui un tatticismo spinto agli eccessi rischia di compromettere non solo lo spettacolo, ma anche alcuni dei piazzamenti dei corridori più quotati.

L'arrivo in quota di Quiròs è stato emblematico da questo punto di vista. In una tappa che presentava ben sette gran premi della montagna, i vari Rodriguez, Majka e Quintana hanno atteso gli ultimi cinquecento metri per mettere in difficoltà un Fabio Aru apparso ingobbito per tutto il giorno. E dire che la frazione di ieri giungeva al termine di una serie di tre arrivi in salita consecutivi, sui quali le distanze in termini cronometrici sono state davvero ridotte. Così Aru ha limitato i danni in due giornate di palese difficoltà, Quintana ha superato l'attacco influenzale che sembrava metterlo fuori dai giochi rimanendo ancora in classifica, e lo stesso cronoman Dumoulin - splendido nella difesa della sua posizione - è rimasto sul podio provvisorio della Vuelta. Eppure il terreno per attaccare c'era tutto. Le rampe dell'Alto Alba de Ermita erano ieri durissime per tutta la lunghezza della scalata, non solo nell'ultimo chilometro. Fatto sta che tra attendismo eccessivo e una condizione di forma non ottimale, la montagna ha partorito il classico topolino.

Chi potrebbe trarre vantaggio da questa situazione è appunto Dumoulin, che già pregusta di riprendersi la maglia domani a Burgos, in una cronometro individuale di quasi 39 km adatta a specialisti delle prove contro il tempo. Tutta da verificare la tenuta sulla piana della comunità autonoma di Castilla y Leòn del duo Rodriguez-Aru, divisi da un solo secondo, e al momento più credibili candidati alla vittoria di Madrid. Ma per entrare in parata nella capitale spagnola sarà necessario difendersi domani e attaccare nei giorni successivi, anche se nessuno degli arrivi di Riaza, Avila e Cercedilla è in salita. 

I gochi sono dunque apertissimi, nessuna soluzione del giallo può essere scartata. Neanche quella che prevede Tom Dumoulin, considerato fino a poche settimane fa un onesto cronoman e nulla più, tra i primi tre della Vuelta a Espana 2015, in una corsa in cui per tradizione sono gli scalatori a farla da padroni.