Non siamo i più forti, questo va detto: il 27 a Richmond ci saranno Kristoff, Degenkolb, Valverde, Sagan, solo per fare alcuni dei nomi di quelli che cercheranno di regalare alla propria nazionale il titolo mondiale. Ma un’Italia così competitiva è proprio quello che serve per presentarci in Virginia col possibile ruolo di outsider, pronti al colpaccio se si dovessero verificare le giuste contingenze o un lampo di genio di una delle nostre stelle. Tre sono gli uomini sui quali il ct Cassani farà massimo affidamento, eleggendoli al ruolo di comprimari nel tentativo finale di vittoria: Vincenzo Nibali, Diego Ulissi, Elia Viviani.

Vincenzo Nibali, lo Squalo dello Stretto, viene da una delle sue stagioni più difficili, coronata in negativo dalla tutt’altro che gloriosa squalifica dalla Vuelta (per chi non lo ricordasse, si è fatto trainare dall’ammiraglia Astana). Il mondiale sarebbe il suo riscatto, in un’annata che per ora gli ha regalato soltanto una bella vittoria di tappa al Tour. Dopo la disgraziata trasferta spagnola, e visto il percorso del mondiale non propriamente conforme alle sue caratteristiche, la sua convocazione è stata considerata fino all’ultimo tra mille incertezze. Ma Nibali, il campione vero, si è messo sotto e, a testa bassa, si è conquistato la maglia azzurra sulla strada. Ha vinto la coppa Bertocchi, mostrando uno stato di forma assolutamente stellare. Morale: uno così non lo si può lasciare a casa.

Diego Ulissi, del Team Lampre-Merida, di mondiali ne ha già vinti due, a livello juniores. Ora, punta al salto di qualità, e a diventare protagonista assoluto del ciclismo dei big. In un’intervista rilasciata a Bicisport, il ventiseienne di Cecina si è dichiarato prontissimo a vestire la maglia di capitano della nazionale, in un percorso che potrebbe ritagliarsi particolarmente bene sulle sue caratteristiche, da velocista che non è però uno sprinter puro. Non ha corso la Vuelta, Ulissi. Nel giustificare la sua scelta, ha affermato che “quello che si annuncia è un mondiale abbastanza facile, e correre la Vuelta, a differenza di altre volte, non sarà così necessario”. La parola chiave di Ulissi, ripetuta come un mantra, è “brillantezza”: proprio quella che gli è servita a vincere il memorial Marco Pantani, una competizione importante in vista della prova mondiale.

Elia Viviani è il terzo uomo di punta della nazionale di Cassani, quello che potrebbe essere più utile in caso di arrivo in gruppone. Il ventiseienne scaligero è, nelle volate, uno dei corridori più incisivi del Team Sky, gregario di lusso e ottimo per le vittorie di tappa. La possibilità di uno sprint finale non è semplicissima, perché i tre strappi finali del circuito di Richmond potrebbero fare una sorta di selezione, ma se ciò non dovesse accadere, ecco che tutta la squadra azzurra lavorerebbe per il suo velocista di razza.

Anche se nessuno è il favorito numero uno, potremo contare su uomini di indiscusso talento per ogni tipo di gara si possa delineare. Il 27 a Richmond, Virginia, il sogno azzurro potrà diventare realtà.