Parte da lontano la storia di Adriano Malori. Da Traversetolo a Richmond, dalla pianura emiliana alle enormi strade d'America, inseguendo un sogno su due ruote. Lavoro e sacrificio, nell'ombra, una crescita graduale, continua. Malori è da subito uno straordinario passista, spinge rapporti proibiti a molti, osserva da lontano i mostri della cronometro, emulando le gesta dei più grandi. Vince da giovane, è oro Under 23 a Varese, bussa alla porta del ciclismo d'elite con la maglia della Movistar. Qui, la vita di Malori cambia. Dopo l'esperienza alla Lampre, dopo aver carpito i segreti italiani, si affida al dettaglio spagnolo.

Impara da Valverde e Quintana, si mette al servizio di capitani di enorme spessore, mentre affina la sua condizione per duellare alla pari con Cancellara e Martin. Malori batte tutti, nell'ultimo biennio è il più continuo, sempre lì, spalla a spalla. A Richmond, si presenta con il bronzo nella cronosquadre, battuto solo da BMC e Etixx. La prova individuale è il suo terreno. 53 km, in solitaria, 53 km al vento, per sconfiggere avversari e lancette. Un percorso nervoso, strappi feroci che portano a rilanciare l'azione, strappi che spezzano l'incedere del teutonico Martin e dell'annunciato Dennis.

I più attesi ribaltati dalla legge della strada. Davanti, un'ombra dalla Bielorussia. Vasil Kiryienka è il più forte. Uno sguardo di ghiaccio, un'espressione sempre uguale, un volto che non racconta emozioni e dolori. Kiryienka è figlio di un ciclismo silente, raramente può dire la sua, senza compiti di difesa. Offende, nel senso migliore del termine. 1'02"29, titolo mondiale. Malori si avvicina, vede Kiryienka lì, quasi lo sfiora, 9 secondi separano l'azzurro dall'oro. La medaglia splende comunque, bellissima, nel cielo a stelle e strisce. L'Italia rinfresca la leggenda di Chiurato, si scopre nuovamente terra di cronoman e approccia con fiducia la prova in linea.

Chiude il podio Coppel, Francia. Dennis è sesto, davanti a Martin, dietro a Dumoulin. Tutti osservano il numero di Malori, tutti si inchinano alla tempra emiliana di un ragazzo di talento. Solo un bielorusso tra l'Italia e la storia, ma è argento vivo, è argento che piace.