La grande attesa è finita: stasera, alle 21:45 ora italiana, sapremo finalmente chi sarà l’erede di Michal Kwiatkowski come campione del mondo di ciclismo in linea, categoria élite uomini. Tutte le stelle più lucenti del firmamento del grande ciclismo saranno impegnate per cercare di salire sul gradino più alto del podio, in rappresentanza della propria nazionale. Il percorso di Richmond, Virginia, che abbiamo diffusamente analizzato nelle ultime settimane con i nostri articoli, si presterà all’azione di ciclisti potenti, passisti veloci o sprinter, abituati alle grandi classiche di un giorno ed ai terreni più complessi da affrontare, a cominciare dal pavé.

Tutte le aspettative della vigilia sono rivolte al norvegese Alexander Kristoff, in uno stato di forma impressionante, con 30 vittorie negli ultimi due anni nelle quali spiccano la Sanremo 2014 e il Fiandre 2015. Ciclista dotato di una forza impressionante negli sprint, possiede un’ottima tenuta sugli strappi brevi, che nel percorso di Richmond saranno posti in successione uno dietro l’altro per un totale di tre salite, e si è dimostrato abile nella gestione del pavé. A fianco a lui, però, c’è una squadra non all’altezza: stesso problema di Peter Sagan, un altro dei favoriti illustri che avevamo analizzato in un precedente articolo (Mondiali ciclismo: chi sono gli uomini da battere?), e che si presenta in Virginia dopo aver preparato la prova in terra americana con la vittoria al California.

Le nazionali favorite in partenza si possono considerare sulla base di due variabili: il talento dei singoli e il numero di ciclisti che la squadra può schierare, stilati sulla base della classifica UCI. Per questo, tre delle nazioni da tenere maggiormente d’occhio sono la Spagna, la Germania e il Belgio. Gli iberici potranno far leva sull’attitudine al tipo di gara di Alejandro Valverde coadiuvato da una squadra di gregari che tutto sono fuorché seconde linee. Discorso analogo per la Germania, in cui al secondo favorito della gara John Degenkolb verranno affiancati otto uomini di lusso, tra i quali spicca il “vice” André Greipel. Il Belgio, dal canto suo, si presenta con un triumvirato di capitani, Gilbert-Boonen-Van Avarmaet, senza che ci sia un favorito assoluto ma con la possibilità di esprimere un’interessantissima duttilità tattica.

E l’Italia? Siamo lì, anche noi con 9 uomini. Il CT Cassani ha pensato bene di portare corridori per tutte le occasioni, che potrebbero essere classificati in tre sottocategorie. La prima è quella dei velocisti, Elia Viviani e Giacomo Nizzolo: per loro, la situazione ideale sarebbe quella di uno sprint finale, nel quale potrebbero provare a giocarsi la vittoria. Ci sono poi gli attaccanti: Vincenzo Nibali, che farebbe però faticherebbe se si arrivasse in gruppo, più i vari Matteo Trentin, Diego Ulissi e Fabio Felline. Se ci sarà un po’di selezione, potrebbero provare a giocarsi la vittoria tra un nucleo ristretto di corridori. Infine, i gregari: Daniel Oss, Manuel Quinziato e Daniele Bennati, tre uomini di grande esperienza ai quali sarà affidata la regia della gara.

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