Non si era visto praticamente mai in questa stagione Dario Cologna. Un infortunio, serio, in autunno aveva cancellato i propositi di Coppa del Mondo. Testa bassa e duro lavoro per una chance olimpica. A Dobbiaco un test e il primo campanello d'allarme, per gli avversari. Secondo posto e sorrisi. A Sochi trionfa, nello Skiathlon, in una specialità in cui è già Campione del Mondo. Trionfa con intelligenza e tempismo, in una gara come sempre tattica. 15 km in classico che scorrono via silenziosi, prima del cambio di materiali e del via alla frazione a pattinaggio. Poltoranin e i maestri dell'alternato provano inizialmente a forzare il ritmo, ma è impossibile far selezione nei primi giri. Tocca quindi alla tecnica libera decidere le medaglie. 

L'ultima salita è quella decisiva, come al femminile. Attacca un pimpante Hellner. Rispondono in pochi. Cologna, Vylegzhanin, Sundby, non Northug. Il vichingo, spavaldo fino a quel punto, alza bandiera bianca. Le medaglie sono affar d'altri. Lo strappetto finale è quello decisivo. Lo svizzero guadagna qualche metro, che conserva sapientemente fino al traguardo. Hellner è argento e lancia il guanto di sfida per la sprint. Bronzo è Sundby, leader di Coppa. La Russia è ai piedi del podio. 

L'Italia è tutta nel cuore di Giorgio Di Centa. Dodicesimo, in lizza fino al cambio di ritmo finale. Ventiduesimo De Fabiani, trentesimo e deludente Clara. 

Ordine d'arrivo:

1) Cologna 1:08:15.4

2) Hellner + 0.4

3) Sundby + 1.4

4) Vylegzhanin + 1.5

5) Chernousov + 13.6