Un burbero, all'apparenza. Un duro, dal cuore buono. La bandiera azzurra sventolava nella cerimonia inaugurale sorretta dalle forti mani di Armin Zoeggeler. Un gigante, abituato a reggere la pressione, a non trasmettere emozioni. Eppure gli occhi lucidi, impegnati a scrutare ogni angolo di un luogo magico, esprimevano ben altro. Perché si può essere campioni e aver vinto tutto, ma l'Olimpiade ha un sapore particolare. Unico. L'Olimpiade è il coronamento di una carriera. La medaglia è l'apoteosi. Mettersi al collo un alloro significa entrare nella storia. Questa è la realtà. Ma la realtà talvolta lascia spazio alla leggenda e la leggenda racconta di uno slittino capace di sfrecciare ancora, a distanza di vent'anni, da quel bronzo di Lillehammer, fino a un bronzo tinto d'oro. Sei volte Armin, sei volte sul podio che è la glorificazione del campione.

Un pungo chiuso, col casco abbassato e lo sguardo fiero. Quattro manche corse sempre alla ricerca della perfezione, nella strenua difesa di un terzo posto sinonimo di grandezza. Impossibile far di più. Davanti, come a Vancouver, il tedesco Loch, nuovo cannibale dello slittino. Dietro il russo Demchenko, profeta in patria, per la seconda volta alla gioia olimpica, dopo Torino 2006. A 42 anni non poca cosa. I due grandi di ieri a far da valletti al padrone di oggi. Confronto generazionale.

Ancora una volta a stupire dello Zoeggeler atleta è la capacità di ricostruire una carriera bloccata da malanni e infortuni. Il ritorno tra i grandi nella stagione dell'Olimpiade e di Sochi. Il ritorno al successo, l'ingresso di diritto nella schiera degli immortali dello Sport. Manifesto bello di un paese che abbraccia orgoglioso il suo eroe. Fischnaller prova a non esser da meno dell'ingombrante compagno, ma è costretto ad accontentarsi del sesto posto. Rieder, alla prima esperienza, chiude diciannovesimo.

Ora resta la festa, solo dopo i pensieri. Continuare o lasciare dopo aver chiuso il cerchio? A mente fredda si deciderà. Qualunque sarà la scelta, non intaccherà la storia, che oggi si è fatta più in là, pervasa di leggenda.