Come è cambiata l'immagine dell'Italia e nello specifico di Roma dal film La Dolce Vita a quello de La Grande Bellezza. Verrebbe da dire citando Massimo Troisi "Non ci resta che piangere". Oppure ancora potremmo scomodare il poeta Guittone d'Arezzo: "Ahi lasso or è stagione de doler tanto". Purtroppo siamo passati da una Roma che cercava di ritrovare il sorriso dopo le ferite del Secondo Conflitto Mondiale ad una città in piena decadenza dal punto di vista politico, economico, sociale e culturale.

Questo sarebbe il contesto ideale per presentare la candidatura per ospitare le Olimpiadi del 2024? Le istituzioni sportive come il CONI e i politici pensano forse che basti convincere il CIO con le bellezze artistiche e architettoniche della Città Eterna? Nel 1960 forse sì, ma l'orologio della storia purtroppo è andato avanti. Allora si potevano organizzare gli incontri di lotta grecoromana nella Basilica di Massenzio e quelli di ginnastica artistica alle Terme di Caracalla. Rimarranno pure impresse nella memoria collettiva degli sportivi le immagini della maratona in notturna vinta dall'etiope scalzo Abebe Bikila. Ora però servono strutture sportive all'avanguardia, che possano servire alla collettività pure dopo lo spegnimento del braciere olimpico, senza essere lasciate all'abbandono per costi di gestione troppo alti o altri motivi. Ci vuole inoltre lo sviluppo di una mobilità sostenibile per poterle raggiungere mediante l'utilizzo dei mezzi pubblici: autobus, metropolitana o treni a lunga percorrenza. Bisogna garantire la sicurezza di tifosi e atleti, costruendo un villaggio olimpico adeguato. Lo può fare un paese come l'Italia che ha già sciupato l'organizzazione dei Mondiali di calcio del 1990 e quella dei giochi invernali del 2006? Non ha insegnato niente il gesto di grande dignità compiuto dal sindaco di Boston?

Oppure se si vuole ripassare la storia del nostro paese, ci sarebbe l'esempio dell'allora Primo Ministro Giovanni Giolitti che alla proposta del barone de Coubertin affinchè Roma ospitasse le Olimpiadi del 1908, sorrise, ringraziò e rinunciò. A quell'epoca l'Italia era alle prese con i problemi del post terremoto di Messina. O ancora la lezione di Montreal che ha impiegato anni prima di riportare il bilancio in attivo, causa i debiti accumulati per costruire le strutture per i giochi del 1976. Un paese come l'Italia dove la corruzione è dilagante sfrutterebbe l'organizzazione delle Olimpiadi per sperperare ulteriore denaro. Prima di fare voli pindarici bisognerebbe tornare a garantire l'onestà e il funzionamento corretto dello Stato. Solo dopo allora si potrà pensare di poter organizzare manifestazioni come le Olimpiadi. Al mondo un paese dovrebbe mostrare infatti l'immagine migliore di sè stesso, non tentare di rifarsi una verginità sfruttando i giochi a cinque cerchi.