L’ha definita una nuova carriera, quasi una seconda giovinezza. Del resto, due primati nazionali e tre vittorie in due giorni, tenendo conto dalla peculiare fase della stagione e del poco feeling con la vasca corta, non potrebbero essere definiti altrimenti. Ma se Federica Pellegrini carica di entusiasmo e porta fiducia all’ambiente, la scia lasciata dietro di sé è decisamente meno confortante.

Gregorio Paltrinieri è l’unico al momento ad aver mostrato continuità e capacità di restare al vertice, ad esser riuscito a confermarsi sia sul livello dei risultati che delle prestazioni. Per tutti gli altri, solo qualche apparizione e poco altro, in attesa di conoscere da che lato della barricata stare, se da quello delle meteore o quello dei campioni “evergreen”.

Certo Scozzoli è fuori per infortunio e Matteo Rivolta ha tutto per diventare il nuovo Phelps tricolore, ma la sensazione è che il ricambio dopo gli anni d’oro di Fioravanti, Rosolino e il miglior Magnini non abbia generato i frutti sperati.

La situazione, che non vuole essere allarmante ma solo spunto per un’attenta riflessione, salta maggiormente all’occhio osservando le quote rosa, dove la sola Ilaria Bianchi tiene il colpo e non sempre. La bolognese, particolarmente a suo agio in questi primi impegni invernali, manca ancora di qualcosa, ma promette, mentre delle compagne raramente si sente parlare.

E’ doveroso ammettere che fin dall’esplosione della Pellegrini il movimento femminile ha vissuto di una o due individualità trascinanti, tuttavia questo, più che un alibi, appare la prova evidente di una penuria di talento, organizzazione o chissà altro.

Insomma, indipendentemente dalle ragioni e dalle responsabilità, la parola d’obbligo è “muoversi”, perché il rischio di sedersi sugli allori, salvo poi rimanere con un pugno di mosche, non è così remoto. La stella di Federica a un certo punto smetterà di brillare e sarà fondamentale farsi trovare pronti, puntando più su sostanza e solidità, che su regali fortunosi o fuoriclasse del calibro della veronese. Estremamente vincenti, estremamente forti, ma anche estremamente rari.