Sun Yang è il campione di tutto, l'uomo dei record. Un gigante, in piscina. Capace di cancellare Hackett e eguagliare Salnikov, spazzare l'acqua dai 400 ai 1500. Il mezzofondo è la sua casa, la corsia il suo habitat naturale. Potente, bello, osannato. La Cina la sua terra, il mondo il suo limite. Tutti a guardare Sun, a rigorosa distanza. Studiato, seguito. Imparare dal migliore, per avvicinarsi al migliore.

Questo fino alla giornata di ieri. La notizia che stordisce il mondo delle piscine, il panorama del nuoto, colpisce proprio il campionissimo. Sun Yang sospeso per doping, non oggi, mesi fa. Il silenzio cinese attorno alla leggerezza di un figlio prediletto. Trimetazidina, uno stimolante, proibito dallo scorso gennaio. Questa la sostanza riscontrata in Sun durante i campionati nazionali di maggio.

Il processo, la squalifica, tre mesi appena. Nulla, in materia di doping. Sun si difende e ribatte alle accuse. Questioni mediche alla base dell'utilizzo, una pratica consueta dal 2008 fino ad oggi. Ora il re delle lunghe distanze è pronto a tornare in acqua. Lo ha già fatto in realtà, ai Giochi di Incheon, in Corea del Sud, senza impressionare. Umano, come molti.

La vicenda scorre via, tra punti oscuri e perplessità. La Cina non denuncia, ma protegge, Sun si aggrappa a cavilli, ma convince il giusto. La stessa storia natatoria della Cina induce a nutrire dubbi. Casi di doping acclarati e non, anni passati a coprire record sovrannaturali, campioni da laboratorio, stelle improvvisamente luminose nel firmamento acquatico.

Paltrinieri, il primo inseguitore di Sun, si interroga, come tutti d'altronde. Alle porte Doha, i Mondiali in corta. Domande, per ora solo domande. Dalla Cina nessuna risposta, il velo dell'omertà copre Sun.