Mentre il nuoto in vasca si getta dai blocchi di partenza per intraprendere l'avventura che troverà il suo apice, nel 2015, a Kazan, fuori dalle piscine il panorama natatorio si interroga sui continui casi di doping che intaccano figure di alto livello. Il recente caso Sun, con l'atleta cinese pizzicato per positività alla trimetazidina e squalificato per tre mesi, con la complicità della Federazione di casa, pronta ad occultare il tutto per rendere noto al mondo l'accaduto solo a fatto avvenuto, continua a destare perplessità. La rivolta innocentista del dominatore del mezzofondo convince il giusto, come la difesa della Cina, non nuova ad atteggiamenti ostruzionistici in difesa dei propri campioni. 

Ora, a Sun si accoda Park Tae Hwan. Il coreano, in attesa delle controanalisi, risulta positivo al testosterone, assunto durante un trattamento chiropratico per ritrovare la miglior forma in vista dei Giochi Asiatici di Incheon, svoltisi a settembre. Anche qui, la situazione è oscura. Park si difende, mostrando diversi test risultati negativi, ma a rischio non sono solo le medaglie conquistate nel "giardino" di casa, ma anche il futuro a Rio. Anche qui non si parla di un carneade, Park è il campione olimpico di Pechino e a Londra si è posto ai piedi di Sun. Tra 200 e 400 vanta titoli e allori, ecco perché la situazione preoccupa. 

A completare il quadro il Brasile. Nella rassegna di Doha, la nazionale verdeoro si eleva a potenza, facendo incetta di medaglie. Alcune rischiano però di essere cancellate e riassegnate, se non altro le tre che vedono protagonista il ranista Joao Gomes. Positivo a un diuretico, l'atleta attende il possibile stop. 4x50 mista, 4x100 mista, 4x50 mista U-D, questi i risultati sotto la lente d'ingrandimento e a rischio. Non la prima volta del Brasile, basta ricordare il caso Cielo.

Dall'Europa reazioni forti, dall'Italia in primis. Morini si esprime con parole forti, criticando l'operato della Fina e della Federazione cinese sul caso Sun, Di Tora e Orsi sui social sbottano dopo la notizia del doping di Park. Insofferenza, richiesta d'aiuto, la sensazione di non partire alla pari.