Guardatemi adesso, perchè poi mi rivedrete solo al traguardo. Sembra essere questo il messaggio che Katie Ledecky, Katinka Hosszu e Sarah Sjoström hanno lanciato alle loro avversarie prima di scattare dai loro blocchetti, tuffarsi in acqua e accendere il loro poderoso motore per ingaggiare la loro personale sfida contro il cronometro.

Perchè il ticchettio degli orologi pare essere l'unico avversario in grado di contrastare le donne motoscafo che ieri hanno dato spettacolo nella vasca allestita all'interno dello stadio dove normalmente gioca le sue partite interne il Rubin Kazan: al mattino c'è stata l'impressionante dimostrazione di forza di Katie Ledecky, che ha scelto le semifinali per dare una nuova pennellatina a un record, quello dei 1500, che già le apparteneva: 15'27"71 è un tempo da fantascienza, e vien da domandarsi cosa potrebbe fare questa diciottenne del Maryland se non fosse un'atleta"al limite della mediocrità fisica”, parola di tecnico Bruce Gemmel, corroborate da quelle di Jon Urbanchek, trainer della Michigan University: “Katie alla sbarra non riesce a sollevare il suo corpo. È una persona normale in costume da bagno. Nuota con buon ritmo e sicuramente ha un buon apparato cardiovascolare” (fonte: La Gazzetta dello Sport). Approccio vincente e forza mentale, questi i segreti di turbo - Katy, che si candida a diventare la stella assoluta di questi mondiali e che a partire da oggi lancerà la sfida a Federica Pellegrini e Missy Franklin sui 200 stile libero.

Dove non ci sarà, invece, Sarah Sjoström: la ventiduenne svedese è la regina incontrastata dei 100 farfalla. Una supremazia iniziata quando era poco più che bambina con l'oro Mondiale vinto a 16 anni, e sancita fra domenica e ieri con il primato del Mondo dapprima scippato a Dana Vollmer e poi ritoccato il giorno dopo, stoppando il crono sul 55"64 che frustra gli sforzi profusi dall'ottima Janette Ottesen - rimessasi a tempo record dall'assurda aggressione subita per strada da parte di un automobilista infastidito dalla presunta lentezza con cui avanzava l'auto su cui la danese viaggiava assieme al fidanzato - e dalla cinese Lu Ying di provare a starle in scia. 

Ma la vera regina di ieri è stata Katinka Hosszu: Iron Lady inizia come meglio non poteva il suo Mondiale abbattendo il record dei 200 misti  che resisteva da Roma 2009. Lo firmò Ariana Kukors, in un'epoca in cui si veleggiava - letteralmente- sull'acqua sostenuti dai famigerati super costumoni in gomma e in cui si firmavano primati iridati che parevano destinati a rimanere imbattuti. Ci sono volouti sei anni e la ferocia agonistica della magiara perchè anche uno degli ultimi muri eretti in quel periodo cadesse: 2'06"12 il tempo fatto siglare da Katinka, che piange incredula mentre il marito allenatore - con tanto di scritta "Iron Lady" tatuata sul pompatissimo bicipite - impazzisce di gioia a bordo vasca.

A Kazan si è riscritta la Storia del nuoto, ma siamo certi non sia finita qui: le donne - motoscafo hanno il motore già caldo e sono pronte a dare ancora una volta spettacolo in acqua, pronte a vergare ulteriori pagine da tramandare agli annali delle gare in acqua clorata.