Clonate Federica Pellegrini! Dall'Italia intera si leva forte il grido perchè si possa, da qui all'eternità, continuare ad ammirare le prodezze di questa autentica fuoriclasse delle piscine. Che ancora una volta stupisce tutti e sfodera l'ennesima prestazione monstre, grazie alla quale l'Italia artiglia la prima, storica, medaglia mondiale nella staffetta 4x200 stile libero. L'argento, dietro le imprendibili aliene a stelle e strisce, vale come se non più di un oro, perchè arrivato al termine di una rimonta pazzesca griffata dalla Divina. Con buona pace della Svezia, che parte a razzo e conduce per tre quarti di gara, ma si trova alla fine con solo una medaglia di legno, complice il crollo dell'ultima frazionista, che viene scavalcata anche dalla Cina.

Una medaglia, quella di Federica e compagne,  costruita facendo la voce grossa fin dal primo mattino, con le azzurre che si qualificano per la finale con il miglior tempo. Come ad avvisare le navigante che l'Italia c'è e vuole combinare qualcosa di grosso. E se si ha come motore una Pellegrini in formato extra lusso, trascinatrice in acqua e leader carismatica fuori, tutto riesce meravigliosamente più facile.

Ma al netto dell'acuto della solista, c'è da esaltare una splendida prova corale di tutto il quartetto italiano: da Alice Mizzau - che straccia nettamente la sua prestazione mattutina - a Chiara Masini Luccetti, passando per Erica Musso, debuttante che risponde presente al suo primo vero esame importante. Tutte brave a rimanere attaccate al gruppone, mentre là davanti la Svezia faceva il vuoto grazie alla sgasata iniziale della Sjöström e gli Usa pian piano tessevano la trama per il sorpasso finale griffato dal fenomeno Ledecky. Per lei la terza medaglia personale in questo Mondiale, di cui sarà la stella assoluta, ma è dietro di lei che avviene la meraviglia: Federica Pellegrini, lanciata in quinta posizione, risale la corrente con furia impressionante e in pochi metri si mangia Cina, Australia e Gran Bretagna. Il bronzo avrebbe già del pazzesco, ma la Fede nazionale, in vena di stupire il Mondo con effetti speciali, mette il turbo e risucchia anche la svedese Ida Marko Varga, che arrancava alla disperata ricerca del porto d'attracco dopo essere già stata sverniciata dal motoscafo Katie Ledecky, e che alla fine deve abdicare anche alla cinese nella lotta per il bronzo. 

Quello di Fede è il tocco d'artista, la pennellata di un'atleta infinita, che si prende la scena tutta per sè. Perché questa è la predestinazione delle Fuoriclasse, delle Divine. Che però sanno riconoscere l'importanza del lavoro delle altre: le staffette si vincono e si perdono in quattro, sono una recita in cui ciascuna delle attrici recita la sua parte. Poi l'etoile si impossessa del proscenio e fa scrosciare gli applausi. Da condividere con le proprie compagne, in una cascata travolgente di entusiamo e gioia. La gioia di chi ha appena scritto l'ennesima, esaltante, pagina delle propria leggenda.