Trionfi, delusioni, sorprese. E tante emozioni. Su Kazan 2015 è calato ieri il sipario e per il nuoto in piscina è già tempo di fare rotta verso Rio. Le Olimpiadi sono dietro l'angolo, e le schermaglie in acque russe han già detto molte cose.

Ad esempio che l'Italia si è iscritta a pieno titolo al tavolo delle grandi potenze degli sport acquatici. Tuffi, sincro, nuoto in acque libere, nuoto in corsia, pallanuoto: non c'è stata disciplina in cui gli azzurri non abbiano timbrato il cartellino. Medaglie attese, altre meno, altre ancora del tutto inaspettate e per questo ancora più belle ed emozionanti. Quattordici podi, due in più rispetto ai Mondiali di Fukuoka 2011, che fino a questo momento rappresentava il miglior bottino mai messo insieme dall'Italia in una rassegna iridata di sport acquatici.

Tuffi - Il pensiero corre subito a Tania Cagnotto. Brividi veri quelli regalati dalla bolzanina, che pennella la perfezione nella gara dal trampolino da 1 metro. L'oro della leggenda, il meritato premio per una ragazza che ha i tuffi nel DNA e un talento unico coltivato con passione e sacrificio. E pazienza se questa gara non sarà inserita nel programma olimpico: anche le marziane provenienti dalla Cina si devono inchinare allo scricciolo azzurro, verso la quale nutrono solenne e sincero rispetto. La medaglia a Cinque Cerchi, l'unica che manca alla collezione, Tania proverà ad artigliarla nella gara dei tre metri. Shi Tingmao ed He Zi paiono inarrivabili, ma la prima dietro di loro è proprio la nostra tuffatrice, bronzo a Kazan. Il secondo bronzo, conquistato in coppia con Maicol Verzotto nel "fritto misto" da tre metri è la ciliegina sulla torta.

Nuoto in acque libere - Emozioni han regalato anche Simone Ruffini e Matteo Furlan. La 25 chilometri in acque libere è un lungo viaggio all'inferno di quasi cinque ore, dove la gara diventa spesso e volentieri una feroce battaglia in cui quasi tutto è concesso. Ci vuole coraggio, resistenza e spirito di sacrificio per uscire vincitori: valori che tanto Ruffini quanto Furlan, rispettivamente oro e bronzo, hanno incarnato perfettamente. Un duro dal cuore tenero Simone, che prima di ricevere la medaglia e godersi ogni nota dell'Inno di Mameli, chiede la mano in mondovisione alla sua Aurora Ponselè, compagna di vita e di fatiche in acqua.

Sincronizzato - Hanno il sapore forte del riscatto i due bronzi di Giorgio Minisini nel nuoto sincronizzato, che per la prima volta apriva alle coppie miste uomo/donna. Duri allenamenti ma anche la lotta contro stupidi pregiudizi e beceri stereotipi. Due bronzi (uno con Manila Flammini, l'altro con Mariangela Perrupato) e un sogno nel cassetto: poter un giorno gareggiare in coppia con la sua ragazza Eleonora.

Pallanuoto - Una medaglia di bronzo al femminile e un quarto posto al maschile. Questo il bilancio della pallanuoto azzurra. Tanta amarezza per le ragazze, mix riuscitissimo di giovani talenti guidati da una Tania Di Mario cui andrebbe fatto un monumento. I rigori e l'Olanda spezzano il sogno di una medaglia che avrebbe potuto avere altro colore. La rabbia e l'orgoglio: la prima per aver regalato un tempo alle avversarie, il secondo l'ingrediente magico che ha permesso una rimonta al cardiopalma che per poco non si tramutava in miracolo. Il Settebello di Campagna regala sprazzi di grande pallanuoto. Il quarto di finale vinto contro i magiari iridati a Barcellona 2013 resta il capolavoro della spedizione russa dei ragazzi di Campagna. Peccato per la brutta sconfitta in semifinale contro la Serbia e quella successiva nella finalina, che rimanda l'appuntamento con il pass olimpico.

Nuoto in vasca - Paltrinieri, Pellegrini, Magnini. I tre fuoriclasse del nuoto azzurro illuminano la scena e regalano brividi. Greg è il presente e il futuro del mezzofondo. Argento negli 800, oro nei 1500 al termine di una splendida cavalcata, per nulla facilitata dalla misteriosa assenza dell'ultimo secondo del suo più grande rivale, Sun Yang. Re Magno è il "vecchietto" della compagnia, ma non c'è tempo che possa intaccare la sua classe. Sui 100 stile rimane una garanzia, del resto non si diventa bi-campioni del Mondo per caso. Escluso dalla gara indivuduale, firma la frazione capolavoro in staffetta, quella che lascia al Brasile la medaglia di legno e regala a lui e ai suoi compagni Luca Dotto, Marco Orsi e Michele Santucci un bellissimo bronzo nella staffetta più veloce, ancora una volta appannaggio dei motoscafi francesi.

E poi c'è la Divina. Federica Pellegrini o la si ama o la si odia, bando alle mezze misure. Chiacchierata e spesso criticata - come si confà a una vera star - Federica si lascia scivolare tutto addosso e risponde nell'unico modo in cui sa: regalando emozioni in vasca. Solo l'aliena Ledecky le impedisce di brindare con l'oro nei 200 stile al suo compleanno numero 27; nemmeno l'aliena Ledecky - ancora lei, oro con gli Usa - oscura però il suo capolavoro nella 4x200 stile: la sua ultima frazione è da pelle d'oca, una poderosa dimostrazione di forza con la quale risale dalla quinta alla seconda posizione. Ma è anche l'acuto della solista all'interno di una meravigliosa prova corale, le cui interpreti sono da elogiare una ad una, in rigoroso ordine alfabetico: Chiara Masini Luccetti, Alice Mizzau, Erica Musso. Damigelle d'onore della Regina azzurra delle piscine.