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Quando lo sport reagisce al razzismo

Il governatore della Puglia Nichi Vendola ha invitato in Regione la giocatrice di volley protagonista di un episodio di razzismo sabato scorso.

Quando lo sport reagisce al razzismo
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Di Giulio Fasiello

Dopo la brutta vicenda di razzismo di sabato scorso a Montescaglioso, numerosi sono i messaggi di solidarietà da tutto il mondo sportivo. Valeria Caracuta, palleggiatrice ex Busto Arsizio e ora in forza al Piacenza di Gianni Caprara, ha manifestato il suo sdegno tramite un noto social network: “Per chi come me viene dal Salento, terra di incontro, accoglienza e accettazione dell’altro, sapere che la purezza dello sport viene spesso intaccata da episodi di razzismo, è inaccettabile. Nella vita, come nelle competizioni sportive, deve sempre prevalere il rispetto per tutti, senza alcuna remora o comportamento discriminatorio sociale e culturale”.

Anche Mauro Berruto, si unisce al coro della solidarietà: “Grazie a gesti di denuncia come questi si dimostra che il nostro è un Belpaese, finchè ci sono persone che denunciano questi episodi si può sperare di sconfiggere l’ignoranza, non mollare!” è il messaggio del CT della nazionale maschile di pallavolo.

Tanta solidarietà e affetto per la capitana gialloblù, compresa quella del presidente della Regione, Nichi Vendola, che invitato Nneka in Regione per incontro fissato per lunedì 20 gennaio. Intanto non si placano le polemiche intorno al gesto. I dirigenti del Vis Severiana Montescaglioso non ci stanno e sostengono che sia tutto montato ad arte, per eliminare una diretta concorrente per la salvezza. Resta, invece, lo sgomento per quello che è successo, con alcuni “tifosi” della squadra locale che continuano a giustificare il fatto come una ragazzata e, uno di loro, minacciando di ripetere il gesto qualora la Arinze si fosse trovata a giocare di nuovo a Montescaglioso.

C’è da dire anche che non bisogna fare di tutta l’erba un fascio: in ogni comunità, fortunatamente, ci sono solo poche persone di questo genere. Sceglie la prudenza il giudice Pettinelli, che dopo avere preso visione della denuncia sottoscritta dal Mesagne volley ha scritto "rilevata l'estrema gravità dei fatti lamentati di cui non si è rinvenuta sorprendentemente traccia nel rapporto arbitrale, essendo precipuo dovere degli ufficiali di gara riportare fedelmente quanto accade durante gli incontri in virtù di tassativi principi normativi e deontologici".

Come mai gli arbitri non si sono accorti di nulla?  "Considerato che non essendo stata prevista la presenza di un osservatore -  scrive ancora Pettinelli - non si sono potuti attingere utili indicazioni al riguardo, per dirimere l'evidente contrasto tra il rapporto arbitrale e quanto denunciato dalla squadra ospite", naturale e conseguente la decisione di trasmettere tutti gli atti alla Procura federale, perché avvii immediatamente le indagini utili a fare chiarezza sul caso.

La 30enne schiacciatrice, inoltre, sarà testimonial dei mondiali di pallavolo femminile che si terranno proprio in Italia quest’anno. La FIPAV, quindi, in attesa che la procura federale esamini il caso, ha deciso di dare un segnale forte e importante nella lotta al razzismo, con la speranza che questi gesti non si ripetano mai più in un palazzetto e cercando di educare tutti a un comportamento sportivo e di rispetto per il prossimo.