Manca un pizzico cuore, un lampo d'orgoglio. L'Italia si spegne di fronte alla Serbia e inizia nel peggiore dei modi l'avventura nella seconda fase iridata. Dopo il brutto avvio, con tre sconfitte nelle prime cinque uscite, e il trasferimento a Lodz, senza l'infortunato Zaytsev, un'altra prova in chiaroscuro, priva di quella scintilla d'orgoglio necessaria a questo livello. La Serbia che supera l'Italia non è squadra insormontabile, tutt'altro. I nostri avversari ci tengono in partita nel secondo e nel terzo set, commettendo banali errori, ma punto a punto mettono a terra i palloni che noi, con paura, ci limitiamo a buttare oltre la rete. Non trova mai il contrattacco l'Italia e si scopre tremendamente fragile in un duello lontano dai fasti del passato, ma comunque coperto di storia e fascino. Atanasijevic è un distillato di talento, il perfetto terminale di un gruppo che lotta su ogni pallone. Gli azzurri procedono a strappi, esaltandosi talvolta, prima di ricadere nella polvere. Manca l'aritmetica, ma il Mondiale dell'Italia si chiude qui. 25-19, 29-27, 25-22 Serbia.   

L'inizio è tutto della Serbia. Vettori, con molta pressione sulle spalle, sbaglia le prime tre sortite offensive. La mancanza di lucidità si palesa quando Parodi e Colaci lasciano inopinatamente cadere un pallone a terra senza intervenire. Restiamo comunque in scia fino al secondo time-out tecnico, grazie a un buon servizio e a qualche regalo dei nostri avversari. Sul 16-13 la sgasata della Serbia. A muro non troviamo i tempi opportuni e in attacco non riusciamo a chiudere con continuità. Sul 20-13 il set è ormai lontano e la chiusura a 25-19 è naturale conseguenza.

Meglio l'Italia nel secondo parziale. Si gioca punto a punto, con Vettori finalmente nel match. Caliamo pericolosamente al servizio e la Serbia prova il primo allungo sull'11-7 con Kovar in difficoltà in ricezione. Richiude lo strappo Travica con due difese d'autore. Da lì parte lo sprint firmato Kovar - Buti. Gli azzurri sul 16-16 cominciano a crederci e si notano le prime manifestazioni di assenso in casa Italia. Buti trova un buon muro, ma Atanasijevic si infila nei buchi della nostra difesa. Il servizio di Birarelli cancella la seconda palla set della Serbia e si giunge al 24-24. Qui anche un'occasione set per la nostra Nazionale, ma al quinto tentativo è la Serbia a chiudere. Non bastano sette muri nel set all'Italia.

La partita scorre ormai sul filo dell'equilibrio, con la Serbia sempre un passo avanti e l'Italia costretta ad aggrapparsi alla sfida, quasi con disperazione. Dopo un brutto inizio, 8-4, anche nel terzo è botta e risposta. Berruto manda in campo Lanza per Parodi. Errore pesante di Travica, che tocca la rete provando a sorprendere col secondo tocco la Serbia. L'Italia mette addirittura la testa avanti sul 19-18, quando Vettori trova il muro out. Solo un respiro, perché la Serbia riscappa subito e Nikic inchioda il 23-21. Alla prima palla match termina l'incontro. Kovar si schianta contro il muro e per l'Italia è notte fonda.