Il romanzo avvincente e appassionante chiamato campionato italiano di pallavolo femminile si è concluso. Ci sono state intense emozioni dalla prima giornata di Regular Season, fino alla quinta partita della serie di finale scudetto. Nella sorpresa generale e tra il tripudio dei suoi tifosi ha conquistato il suo primo storico scudetto la Pomì Casalmaggiore.

La formazione casalasca presieduta da Massimo Boselli Botturi e guidata in panchina da Davide Mazzanti, ha sconfitto la grande favorita Igor Gorgonzola Novara, quest'ultima dominatrice della Regular Season e vincitrice della Coppa Italia. Per la formazione piemontese il tricolore rimane ancora tabù. Ancora una volta una squadra lombarda, dopo la Foppapedretti Bergamo, ha espugnato alla quinta e decisiva partita della serie di finale scudetto il campo di Novara. Ancora una volta è stato confermato il detto che definiva i playoff un campionato a parte.

La Pomì Casalmaggiore alla vigilia della stagione veniva considerata una possibile mina vagante nella lotta per il tricolore, ma non certo veniva inserita nel lotto delle favorite assieme a: la stessa Novara, Conegliano, Modena, Piacenza (campione uscente), Busto Arsizio. Inoltre le lombarde avevano cambiato allenatore, Davide Mazzanti aveva rilevato Alessandro Beltrami, quindi il progetto era totalmente nuovo.

Eppure se osserviamo come la società aveva operato sul mercato, la squadra sembrava tutt'altro che scarsa. Infatti come nel film Sliding Doors la rinuncia in palleggio in extremis di Tai Aguero, arrivata a ridosso del campionato, ha permesso alla società di pescare in cabina di regia un jolly chiamato Skorupa. Nel ruolo di opposto Serena Ortolani si poteva considerare un elemento di sicuro affidamento. Al centro Lauren Gibbemeyer significava un tassello valido. Come schiacciatrice Valentina Tirozzi cercava fiducia e riscatto, perciò promuoverla capitano, ruolo già ricoperto da quest'ultima a Pesaro ne ha rafforzato la dedizione alla causa. Questa squadra ha fatto strada facendo dei fondamentali del servizio e del muro i suoi punti di forza. Nel primo oltre alla già citata Tirozzi, ha potuto contare su un autentico jolly, cioè Marika Bianchini, caso più unico che raro di opposta tascabile per via dell'altezza. La toscana si è rivelata una valida alternativa a Ortolani, sia al servizio che in attacco, senza che il gioco ne risentisse. Nel fondamentale del muro oltre a Gibbemeyer si è rivelata autentica saracinesca pure Jovana Stevanovic. Entrambe sono state gli incubi delle bocche da fuoco avversarie. In difesa ha spesso tenuto in equilibrio la nave il libero Immacolata Sirressi.

Durante la Regular Season questa squadra è cresciuta pian piano, fino a riuscire nell'impresa di soffiare il secondo posto all'ultima giornata, alla più blasonata, ma questo forse solo sulla carta Liu Jo Modena. Tutto questo dopo aver subito il trauma della perdita del proprio palazzetto amico, causa il crollo del tetto chissà per quanto tempo ancora il PalaFarina di Viadana resterà inagibile. Molto spesso però da un male può nascere un bene, infatti il PalaRadi di Cremona piano piano ha cominciato a riempirsi e la città intera ad innamorarsi di questa squadra. Eppure la Pomì Casalmaggiore non è mai stata solo patrimonio esclusivo di questa città ma anche di: Parma, Mantova, Reggio Emilia. Questa squadra nei playoff ha spazzato via facilmente nel derby lombardo l'altra rivelazione Montichiari. In semifinale ha realizzato un autentico capolavoro eliminando l'Imoco Conegliano alla quinta partita, dopo essere andata sotto 2-0. Ormai molti pensavano che per la notevole quantità di energie spese a livello fisico e mentale, nella serie di finale scudetto le lombarde avrebbero ceduto alla strafavorita Novara, che sembrava non conoscere ostacoli al suo cammino. La Pomì Casalmaggiore però aveva dalla sua parte la consapevolezza di chi non ha nulla da perdere, poteva permettersi di giocare più tranquilla, senza avere la pressione di vincere a tutti i costi. Forse è stato proprio quest'ultimo punto a condannare la formazione di Luciano Pedullà alla sconfitta, a volte avere i favori del pronostico può rivelarsi un pericoloso boomerang.

In una serie dove prima della quinta partita non c'erano mai stati successi esterni, ha pesato la maggiore fame della Pomì Casalmaggiore, quest'ultima però parallelamente a livello mentale era libera dalla zavorra rappresentata dalla paura di non farcela. Poi purtroppo Novara ha pagato lo spegnersi proprio sul più bello di elementi fondamentali nel suo gioco come la centrale Cristina Chirichella e la schiacciatrice Usa Kimberly Hill. Invece nella semifinale e nella finale oltre alle qualità già citate l'emblema della grinta casalasca è stata la schiacciatrice Alessia Gennari, vogliosa di riscatto dopo che lo scorso anno aveva subito un infortunio. Ora la Pomì Casalmaggiore non intenderà certo fermarsi qui, questo tricolore raggiunto al suo secondo anno  della sua storia in serie A1, ha dato gioia alla provincia di Cremona, che aveva vissuto momenti tristi nel 2012/2013 con la sparizione di Crema dal volley professionistico.

Mvp della finale scudetto è stata proclamata Valentina Tirozzi. Rosa è il colore del mondoflex ed è quello della vittoria, per un campionato italiano di pallavolo femminile che ha registrato molte volte il sold out nei palazzetti, oltre ad un aumento dell'interesse dei media. Infatti oltre a Raisport hanno iniziato a trasmettere gli incontri pure Sportitalia e Gazzetta Tv. Ora i club lasceranno spazio alla nazionale e alla lunga estate azzurra che sarà caratterizzata da: Montreux Volley Masters, European Games di Baku, World Grand Prix e Campionati Europei. La pallavolo se la conosci non la eviti; quando la incontri non vai più via.