Si ferma l'Italia, corre la Cina. Le campionesse mondiali in carica non lasciano scampo a un'Italia di carattere, ma ancora acerba. Le azzurre procedono a strappi, regalano momenti di buona pallavolo, ma si sciolgono al cospetto di avversarie più esperte e di certo più rodate. Bonitta lavora su un nucleo nuovo, modella una formazione in divenire e si diverte a muovere sul campo le pedine, provando soluzioni differenti. 

L'Italia, reduce dal successo per 3-2 sul Giappone, propone Guiggi e Arrighetti al centro, Tirozzi - novità assoluta - e Caterina Bosetti a schiacciare. L'inizio è in equilibrio, ma la Cina ha diverse frecce all'arco e la nostra nazionale, non perfetta in ricezione, si espone alle dinamiche offensive cinesi. Le combinazioni delle nostre avversarie, spesso di difficile lettura, creano un solco importante e non basta Caterina Bosetti per ricucire il gap. L'Italia si ritrova sotto di un set, Bonitta chiede calma, ma la foga ha il sopravvento. 4 invasioni nella parte iniziale del match raccontano di una tensione importante (25-21 Cina).

La reazione, nel secondo, è immediata. L'Italia parte forte e assorbe, con intelligenza, il ritorno della Cina, dal 6-2 al 6-5. Corsa di testa per le azzurre, De Gennaro è monumentale, Malinov innesca Diouf e trova risposte da Tirozzi. Bosetti si conferma in partita e la Cina balla, fino allo scatto azzurro che vale il 25-20. 

La partita dell'Italia in sostanza si chiude qui, perché i restanti parziali sono di dominio cinese. Non basta l'ingresso di Sylla a restituire linfa all'attacco azzurro, Shen è perfetta in regia e la Cina coglie le incertezze italiane. La palla cade spesso tra sguardi attoniti, manca un pizzico di cattiveria, la voglia di prendersi una responsabilità in più. La Cina scappa nel terzo, come nel quarto set, l'Italia ha bagliori d'orgoglio, soprattutto con Caterina Bosetti, ma il controllo è delle cinesi. 

25-19, 25-16, la Cina chiude, l'Italia cresce. Un passo importante nel percorso di crescita. Lo scarso apprendistato a questo livello si paga. Particolari che segnano una partita, l'Italia prova a conoscersi sul campo, passo dopo passo, mentre la Cina è corazzata forgiata da mille battaglie. La strada è giusta, occorre tempo. Il lavoro di Bonitta porta i primi frutti, la seconda sconfitta nel Gran Prix non preclude il cammino.