Va in archivio la ventinovesima edizione degli Europei di volley femminile. La Russia si è portata a casa il sesto titolo (diciannovesimo se consideriamo i 12 come Urss e quello ottenuto come CSI), il secondo consecutivo dopo quello 2013. Giovanni Guidetti ha conquistato un altro argento, questa volta con l'Olanda. Sul gradino più basso del podio è salita la Serbia, che in semifinale ha provato a giocarsela con la stessa Russia. L'altra rivelazione del torneo è stata la Turchia, che ha concluso quarta.

Il commissario tecnico russo Yuri Marichev potrà piacere o meno ma nei momenti che contano sa come tirare fuori il massimo dalle sue ragazze. Bisogna aggiungere che nelle chiamate dei videocheck ha quasi sempre avuto ragione. La Russia avrà pure avuto dei momenti di blackout nel suo rendimento durante gli incontri, ma ha dimostrato di essere tutt'altro che la Corazzata Potemkin. La formazione di Marichev ha collezionato meritatamente numerosi premi individuali. La sua principale bocca da fuoco in attacco è stata Tatiana Kosheleva, letale come poche nel piegare le mani al muro avversario e le braccia alle varie difese. Per lei sono arrivati il titolo di MVP della rassegna e di miglior schiacciatrice. Come un diesel impiegava un po' per funzionare a pieno regime, ma quando iniziava a farlo le attaccanti avversarie non passavano più nemmeno implorando tutti i Santi del Paradiso terrestre. Stiamo parlando della russa Irina Zaryazhko, miglior centrale del torneo, che ha rilasciato numerose stampatone a muro. In seconda linea tutti vorrebbero avere un libero che aspira tutti i palloni, pure quelli impossibili da prendere e come una lavatrice li restituisce puliti e giocabili alla propria regista. Questa giocatrice esiste ed è la russa Anna Malova, MVP nel suo ruolo.

L'Olanda ha conquistato un argento inaspettato alla vigilia ma meritato. Solo uno squadrone le ha impedito di giungere all'oro. Il demiurgo di questo miracolo è stato il modenese Giovanni Guidetti, il Re Mida dei tecnici di volley; ciò che tocca trasforma in oro. Perchè non ha mai allenato la nostra nazionale un tecnico così? L'Olanda ha stupito per ordine in campo e organizzazione di gioco. Le sue braccia armate sono state: Lonneke Sloetjes e Anne Buijs, che hanno attaccato ogni pallone a tutto braccio come se non ci fosse un domani, sapendo pure servire bene e murare altrettanto. La prima è stata premiata come miglior opposta, con percentuali realizzative entusiasmanti in attacco. A Busto Arsizio si mangeranno le mani per non averla avuta integra. La seconda è stata premiata come seconda miglior schiacciatrice, davanti a lei solo la monumentale Kosheleva. La Serbia si può consolare con il bronzo e il premio di miglior regista a Maja Ognijenovic. Piacenza gongola, nelle persone del presidente Cerciello e dell'allenatore Marco Gaspari. La stessa Ognijenovic sarà la pietra da cui iniziare a costruire una chiesa chiamata gioco offensivo.

Una nazionale emergente, che ha visto premiato il lavoro fatto da Massimo Barbolini per farla crescere, è stata la Turchia. Ferhat Akbas doveva ringraziare il tecnico italiano. Lo ha fatto nel miglior modo possibile, portando questa nazionale ad un passo dal podio, davanti a squadre come Belgio, Italia e Germania. Scusate se è poco. Aggiungiamo inoltre il premio ad Eda Erdem-Dundar come seconda miglior centrale. Ora le nazionali fino a gennaio lasceranno spazio ai club. L'appuntamento per il prossimo Europeo di volley femminile sarà al 2017, in Georgia ed Azerbaigian. Il tutto con l'augurio che l'Italia possa ritornare a recitare un ruolo da protagonista, lottando di nuovo per l'alloro continentale.